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Dorso curvo giovanile e la pratica sportiva

Scritto da Prof. Massimiliano Noseda*

ANALIZZIAMO LA PATOLOGIA INDICANDO GLI ASPETTI RIABILITATIVI E LE DISCIPLINE SPORTIVE CONSIGLIATE

Con il termine dorso curvo o ipercifosi si intende una patologia ortopedica del rachide caratterizzata da un’accentuazione della fisiologica cifosi dorsale. Sebbene siano osservabili anche forme post-traumatiche, conseguenti a traumi vertebrali, e varianti senili, associate ad esempio all’osteoporosi, l’ipercifosi giovanile è forse la più nota. Insorge durate la pubertà, più precisamente intorno ai 10-13 anni nelle femmine e verso i 12-15 anni nei maschi, e può aggravarsi anche rapidamente durante la crescita. La diagnosi è spesso clinica e la richiesta, durante la visita medica, di raddrizzarsi attivamente permette facilmente di distinguere le forme posturali da quelle strutturate che prendono il nome di dorso curvo di Scheuermann dal nome del radiologo tedesco che per primo descrisse tale quadro clinico. Tuttavia, una radiografia è sempre d’obbligo sia per stimare la gravità del danno sia per monitorarne l’evoluzione nel tempo. Più precisamente la cifosi dorsale in età evolutiva ha un valore variabile tra 20-25° e 40-45°; pertanto si parla di dorso piatto al di sotto di tali valori e di dorso curvo al di sopra. Inoltre, nelle forme posturali, dovute per lo più a magrezza costituzionale e ad ipostenia dei muscoli erettori del tronco, le vertebre presentano una normale conformazione mentre nel caso di osteocondrosi di Scheuermann un numero variabile di metameri ossei appare cuneizzato anteriormente per verosimile sofferenza dei nuclei di ossificazione.

Vista la frequenza della patologia nella popolazione generale, che a seconda delle varie casistiche e della gravità clinica considerata varia tra l’1 e l’8 %, la crescita di ogni giovane in età compresa tra i 10 e i 17 anni dovrebbe essere sempre monitorata dal pediatra di riferimento in modo da inviare i soggetti affetti ad uno specialista, fisiatra o ortopedico, esperto in patologie del rachide al fine di impostare un idoneo trattamento. Chiaramente una diagnosi precoce è fondamentale sia per limitare i danni futuri sia per beneficiare maggiormente del programma di chinesiterapia che deve essere inizialmente impostato da un fisioterapista esperto. Gli esercizi si basano su una forma attiva di autocorrezione e sono volti, oltre a rinforzare il cingolo superiore e il tronco, anche ad ottimizzare aspetti posturali come la riduzione della curvatura dorsale e l’apertura delle spalle. Dopo un ciclo riabilitativo di apprendimento, impostato in un centro riabilitativo qualificato, il soggetto deve proseguire, ogni giorno e per un tempo variabile tra i 30 e i 60 minuti, il programma riabilitativo concordato in autonomia al proprio domicilio o anche in una palestra fitness dove comunque il personale di sala è in grado di supervisionarne la correttezza esecutiva. Tale strategia consente non solo di ridurre i costi delle sedute riabilitative ma anche di inserire gradualmente il giovane in un contesto sportivo naturale e non medicalizzato.

Tuttavia, particolare attenzione deve essere posta agli aspetti psicologici in quanto non di rado i giovani affetti da ipercifosi potrebbero sentirsi a disagio in un ambiente nuovo e in particolare in alcuni ambienti come lo spogliatoio, la doccia o la sauna dove la nudità espone più facilmente al confronto e al temuto giudizio altrui. Oltre al trattamento riabilitativo personalizzato, ogni soggetto in fase di crescita può beneficiare degli effetti positivi legati alla pratica sportiva al fine di ottimizzare lo sviluppo in corso. Tuttavia, se da una parte è vero che una sedentarietà spinta potrebbe privare la colonna vertebrale degli stimoli necessari ad una crescita armonica, dall’altra è bene sia evitare agonismi esasperati sia prestare attenzione alle discipline scelte al fine di evitare possibili danni su un rachide per sua natura più delicato. In linea di massima restano, quindi, sconsigliate nel giovane con dorso curvo di Scheuermann sia attività di sollevamento pesi, in quanto l’accomodamento spontaneo del rachide al sovraccarico porterebbe un’accentuazione indesiderata della cifosi dorsale, sia sport da contatto come wrestling, sumo e rugby in quanto i continui traumatismi potrebbero riacutizzare il dolore o causare indesiderate fratture alla gabbia toracica che potrebbero aggravare l’ipercifosi. Per lo stesso motivo sarebbe bene evitare discipline come il salto in lungo e il salto in alto. Sempre concordata con l’equipe medica di riferimento deve essere, poi, nei casi più lievi la durata della seduta di allenamento e in quelli più gravi la possibilità di praticare del ciclismo, disciplina che obbliga l’atleta ad una postura fissa e forzata in flessione del rachide dorsale e che potrebbe quindi riacutizzare il dolore. Non esistono invece particolari controindicazioni per tutti gli sport praticati con gli arti inferiori, che dovrebbero però essere integrati, anche nel soggetto senza problematiche particolari del rachide, con una mirata attività di preparazione fisica volta a tonificare anche il tronco e il cingolo superiore. Solo, invece, nel caso in cui il quadro clinico sia particolarmente doloroso il basso impatto dovrebbe essere preferito e quindi il cammino dovrebbe essere proposto almeno inizialmente al posto della corsa. In generale poi, gli sport simmetrici sarebbero da preferire a quelli asimmetrici che però potrebbero, almeno nei casi più lievi, essere praticati saltuariamente e con adeguati esercizi di compenso. Infine, tra gli sport acquatici resta consigliato il nuoto, soprattutto a rana, dove la fase di inspirazione comporta una riduzione della fisiologica cifosi dorsale e uno stimolo tonificante sugli estensori del rachide. Tra gli sport remieri, invece, il canottaggio può stimolare opportunamente lo sviluppo della muscolatura dorsale nella fase di passata in acqua avendo cura, però, di non forzare eccessivamente la flessione del tronco in quella di recupero. Il remoergometro, variante a secco di questa disciplina, presente oggi in molte palestre, è in grado di controllare al meglio tale aspetto.

* Medico, specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, docente universitario

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