Baby Fit, il fitness per bambini dai 6 ai 12 anni
Dalla semplice aerobica con movimenti a basso impatto ad allenamenti sviluppati con attrezzi di fitness.
di Irene Carboni
Lo sport fa bene a qualsiasi età e i programmi di fitness sono oramai pensati per quasi tutte le tipologie di utenti. Ma, ahimè, rimarcare il “quasi” è d’obbligo. Ricordo ancora la mia prima esperienza lavorativa. Fresca di diploma di primo livello in fitness musicale e desiderosa di costruire coreografie e sequenze di tonificazione per un pubblico adulto, ero stata catapultata in una realtà completamente diversa: una classe di bambini dai 6 ai 12 anni. Il panico prese il sopravvento sul mio entusiasmo. Tante le domande che mi ponevo: quali rischi possono incontrare i bambini nell’attività motoria e quali invece i benefici? Ho così approfondito i miei studi in questo specifico ambito, facendo diventare la mia esperienza l’argomento della tesi per l’esame di Top Trainer.
Dinanzi a un bambino l’errore più grande che può commettersi è pensare che sia un adulto di piccole dimensioni. Egli ha infatti una struttura fisica e fisiologica particolare.
Si pensi alle ossa: se in età adulta queste sono costituite esclusivamente da tessuto osseo, in età evolutiva le epifisi sono costituite dalla cartilagine di congiunzione deputata alla crescita e responsabile della flessibilità dello scheletro del bambino. Inoltre rispetto al soggetto adulto gli organi interni rappresentano nel bambino la porzione maggiore della massa corporea, contribuendo sul metabolismo a riposo all’incirca dell’80% contro il 20% addebitato ai muscoli scheletrici. Con la crescita questo rapporto si inverte con conseguente diminuzione del metabolismo a riposo e aumento del metabolismo aerobico durante l’attività motoria. Il VO2 MAX (massimo consumo di ossigeno raggiungibile dall’organismo durante un’attività aerobica ad alta intensità) in età evolutiva pertanto non può ottenere miglioramenti dall’esercizio aerobico come accade nell’adulto.
I miglioramenti di questo parametro riscontrabili nel bambino sono infatti legati più allo sviluppo corporeo che all’allenamento.
Tuttavia escludere l’attività aerobica in età evolutiva sarebbe un errore essendo essenziale per il consumo calorico e lo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali. L’aerobica proposta ad una classe di bambini deve essere semplice e sviluppata su sequenze con movimenti a basso impatto (camminata, roch, step touch, twist, grapevine, knee up) volta a creare un lavoro ad effetto lipolitico e a evitare sovraccarichi sulle articolazioni. Oltre all’allenamento aerobico altri due tipi di allenamento risultano assai utili.
Il primo si sviluppa su percorsi predeterminati creati con attrezzi di fitness (step, coni per slalom, fitball, corda da saltare, hula-hoop) e idonei a migliorare le capacità coordinative e condizionali della velocità e della destrezza.
ESEMPIO DI PERCORSO ADATTO PER LE PRIME LEZIONI
Attrezzi: step, coni per lo slalom, tappetino e cerchi.
Saltare lo step; effettuare lo slalom; effettuare la capriola in avanti sul tappetino; saltare i cerchi collocati a terra; finire il circuito, scavalcando tre step.
Il secondo è un interval training sviluppato sull’alternanza di esercizi ad alta e bassa intensità finalizzato allo sviluppo muscolare, all’aumento della spesa calorica, della densità ossea e della forza.
ESEMPIO DI CIRCUITO
È organizzato su due gruppi di bambini che lavorano contemporaneamente, ma alternativamente nelle diverse stazioni di lavoro e di recupero di 45 secondi ciascuna (circa tre periodi musicali).
Le ore settimanali da dedicare ai bambini devono essere tre, ognuna di 60 minuti e suddivisa in tre fasi. La 1ª fase detta allenante di circa 30 minuti deve svilupparsi attraverso un adeguato riscaldamento comprensivo di stretching dei grandi gruppi muscolari e del cingolo scapolare seguito da un allenamento o di tipo aerobico o a percorso o ad interval training. Segue la 2ª fase posturale di circa 20 minuti volta a migliorare la postura e la mobilità delle articolazioni attraverso un adeguato stretching. È da prediligere il lavoro a terra per il maggiore controllo corporeo. L’ultima fase di circa 10 minuti ha come protagonisti lo svago e il gioco. Sotto l’aspetto psicologico durante l’intera lezione è importante trasmettere ai bambini tanta serenità. Con l’attività motoria il bambino conosce sé stesso, i propri limiti e i propri punti di forza. Deve essere sempre incoraggiato e mai costretto: se un bambino si rifiuta di eseguire un esercizio vuol dire che in quel momento la paura di fallire prevale sulla voglia di sperimentarsi. È importante assecondarlo. È entusiasmante quando nelle lezioni successive è lui stesso a chiedere di poter eseguire l’esercizio prima temuto. Ultimi ma essenziali tocchi sono l’allegria e la gioia.
Liberiamo l’animo e ritorniamo un po’ bambini anche noi!