Digiuno: fra mito e realtà
Scritto da Marco NeriDevo ammettere che fino ai 40 anni non mi ero mai interessato minimamente alle tecniche di digiuno; tutto orientato a cercare di ottimizzare l’anabolismo e la massa muscolare la sola parola digiuno mi metteva in crisi. Poi con il passare degli anni ci si rende conto che l’alimentazione è una realtà molto complessa, che definirei dinamica in quanto segue non solo i gusti della persona, ma anche le fasi dell’età, le esigenze e gli obiettivi; obiettivi che ovviamente cambiano fra un 20enne ed un 60enne. Quello che cambia è sia la percezione del nostro corpo che l’effettiva cura che occorre per mantenerne la massima salute.
Ecco quindi una “curiosità” verso il digiuno, pratica che è presente in qualsiasi religione e filosofia come fase di purificazione che porta con più facilità a concentrazione e riscoperta dell’io. C’è chi digiuna dopo una abbuffata, chi sposa la filosofia del digiuno intermittente (8 h di alimentazione contro 16 di digiuno) chi lo introduce periodicamente, una volta a settimana, una volta al mese, una settimana al mese o comunque un periodo ogni 4/6 settimane. Gli scopi sono molti (non escludendo la moda….), ma mediamente si ricerca un’azione disintossicante, riequilibrante. Il punto fermo è che il digiuno è una pratica complessa che richiederebbe sempre il consulto di un professionista anche perché ci sono categorie che non possono farlo (esempio diabetici o altre patologie).
Una volta appurato che siamo adatti ed idonei al digiuno, consultando un professionista, ci si rende conto che alla base c’è l’acqua come elemento centrale. Non solo acqua, vanno benissimo anche infusi, the verde, estratti di verdure. Difficilmente si va sotto ai 3 L al giorno. Come già detto non è da tutti e occorre anche avere sensibilità se si nota che già nel pomeriggio si iniziano ad avere sintomi di debolezza; certamente chi ci ha seguito in questo percorso avrà previsto cibi inseribili come della frutta e bevande dolcificate con miele. Il problema, terrore di tanti sportivi , è la perdita di massa magra, ma in 24 ore è stato provato che non c’è concreta perdita di massa magra. Oltre al digiuno vero, a base di soli liquidi per 24 ore, praticabile 1 volta a settimana, ci sono poi altre forme che magari prevedono dei regimi “disintossicanti” ma comunque non da digiuno. Questi possono essere tenuti anche per 3 giorni al mese (ma come sempre la scelta del modo e dei tempi va stimata da un professionista dell’alimentazione). Nelle giornate detox (ma ci tengo a sottolineare che la definizione detox è aleatoria perché difficilmente lo si può definire “scientifico”) si cerca di limitare le forme di proteine animali, eliminare ogni forma di alcolici, forme di grassi saturi e zuccheri raffinati. L’alimentazione è a base di frutta, verdura, qualche legume, piccole dosi di riso.
Un’idea potrebbe essere:
- Colazione con The verde, 1 frutto e bacche di Goji.
- Durante la mattinata tisana con zenzero.
- Pranzo una piccola dose di riso (40/60 g) con tanta verdura e 1 cucchiaio di olio crudo e limone.
- Pomeriggio 1 frutto.
- Cena tanta verdura 30/50 g legumi oppure ripetere il riso, oppure un passato di verdure con dei legumi o del riso. Ammesso olio crudo.
In questi giorni si cerca di evitare caffè, latte e derivati, carne e insaccati, zuccheri raffinati, e, come già detto alcolici. Come si vede nulla di trascendentale e comunque le declinazioni del “digiuno” possono essere tante e ciascuna con sue connotazioni. Come già accennato in tanti (anche sportivi) stanno sperimentando il digiuno intermittente che consente di utilizzare al meglio la secrezione ormonale notturna (soprattutto a carico del GH); questa pratica va contro all’ortodossia tradizionale che vede la colazione come cardine principale della giornata, ma come sempre non esistono dogmi imprescindibili e, ancora una volta, occorre capire le proprie predisposizioni. In tanti con il digiuno intermittente dichiarano più energia, maggiore lucidità mentale e facilità di gestione dei pasti e dei momenti di assunzione cibo (pranzo, pomeriggio con 1 o 2 snack, cena). Poi i pasti seguono la filosofia che uno crede, e non è assolutamente detto che il pasto serale debba essere senza carboidrati.
In questo breve excursus è da considerare come anche la pratica di un giorno di forte riduzione alimentare dopo un pranzo o una cena di “bagordi” non sia affatto assurda; certamente dopo uno stravizio il corpo reclama un attimo di pausa per metabolizzare ed in questo contesto la tecnica del giorno di “scarico o decompressione” torna utile ed efficace.
Come si vede, ferma restando la raccomandazione di evitare il fai da te, le metodiche con cui approcciarsi alle varie filosofie di digiuno sono diverse, ciascuna con una sua motivazione e ciascuna potenzialmente latrice di positivi adattamenti.
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