Come presentare in modo “semplice” ma efficace il Pilates
Scritto da Massimo AlampiAPPLICARE L’ABC DELLA TRADIZIONALE ESPRESSIONE DEL METODO È SEMPRE L’ARMA VINCENTE DI UN INSEGNANTE DI PILATES
Il Pilates - come d’altronde ogni altra disciplina sportiva - sollecita la produzione di endorfine, sostanze che vengono prodotte dalla piccolissima ghiandola ipofisaria contenuta dentro la scatola cranica e che hanno delle proprietà analgesiche; non a caso vengono comunemente definite gli “ormoni della felicità”. Possiamo dire con certezza che il Pilates è la disciplina che genera dei benefici psicologici altamente superiori alle altre. Questo programma di allenamento combinato tra mente e corpo ebbe inizio nel ventesimo secolo e fu creato dal tedesco Joseph Hubertus Pilates, che lo aveva battezzato “Contrology”, poiché uno dei principi fondamentali su cui si basa è proprio il controllo mentale del movimento, con l’intento di creare una combinazione armonica tra mente e corpo. Pertanto, nel Pilates più che in ogni altra disciplina, il beneficio mentale è davvero elevato. Un continuo controllo con la mente non fa altro che sollecitare le cellule cerebrali con conseguente rallentamento dei processi degenerativi dovuti all’invecchiamento; in più fa sì che l’allievo abbia una migliore consapevolezza di quello che fa e questo gli procura una sorta di gratificazione psicologica. Infine, non ultimo come importanza, il Pilates aiuta a migliorare la propria performance fisica, pertanto genera una forte carica motivazionale.
I benefici del Pilates per il corpo sono innumerevoli. Basti pensare che Joseph Pilates diceva: “in dieci sedute sentirete la differenza; in venti vedrete la differenza; in trenta avrete un corpo completamente nuovo”. E’una frase che rispecchia senz’altro il suo egocentrismo e che potrebbe risultare troppo azzardata, ma risulta veritiera perché i miglioramenti che il corpo ottiene sono davvero tangibili già dopo poche sedute. E’necessario che questa disciplina venga eseguita con costanza ed impegno da parte degli allievi e soprattutto con competenza e professionalità da parte dell’insegnante. Consideriamo innanzitutto che durante l’esecuzione di tutti gli esercizi si sottolinea l’importanza di mantenere il controllo dei muscoli del core, ossia il cilindro muscolare centrale del nostro corpo, costituito da un’unità esterna (muscoli superficiali) e da un’unità interna (muscoli profondi). Fanno parte del core anche le catene muscolari crociate anteriore e posteriore. Pertanto, il primo beneficio del Pilates è un lavoro costante per la fascia addominale. Gli addominali vengono continuamente sollecitati durante gli esercizi e questo porterà ad avere un addome piatto e forte. Un addome forte rappresenta un’ottima struttura di sostegno per il rachide. Ne consegue che in caso di patologie o comuni algie alla schiena, il Pilates non può che portare giovamento. Lavorando sull’addome e di conseguenza sul sostegno della schiena, aiuta tantissimo a correggere la postura che spesso risulta alterata da situazioni congenite (scoliosi, cifosi…) o anche da cattive abitudini che si perpetuano nel tempo (es. stare seduti scorrettamente e/o portare pesi eccessivi per tempi prolungati). Nelle sedute di Pilates si fa un lavoro mirato sugli arti inferiori e si ottiene anche un miglioramento nella deambulazione oltre che nel sostegno del rachide in stazione eretta. Ci sono esercizi che vanno a lavorare sulla flessibilità e ne consegue un miglioramento nell’elasticità dei muscoli che riescono a resistere meglio alle sollecitazioni esterne e vengono preservati maggiormente da eventuali traumi.
La respirazione nel Pilates è fondamentale. Molto spesso siamo abituati a respirare in maniera scorretta. Ad esempio nella fase inspiratoria tendiamo ad espandere il petto anteriormente anteponendolo o sollevando le spalle, quasi a voler prendere più aria. Il Pilates insegna a respirare in maniera corretta grazie alle indicazioni ed al successivo controllo da parte dell’insegnante. Per eseguire una corretta respirazione bisogna utilizzare in modo corretto il diaframma. Durante la fase inspiratoria il diaframma si contrae e si abbassa in modo da lasciare spazio ai polmoni di espandersi per immagazzinare aria. Durante l’espirazione i polmoni si svuotano ed il diaframma si rilassa tornando nella sua posizione iniziale. E’ importante anche insegnare ad usare correttamente i muscoli addominali, poiché essi aiutano a controllare il ritmo respiratorio e migliorano la consapevolezza dell’uso del diaframma. E’ importante insegnare che durante l’intero atto respiratorio il corsetto addominale deve rimanere attivo. Durante l’inspirazione le costole si espandono lateralmente (e non anteriormente), proprio per assecondare l’espansione polmonare. E’ di fondamentale importanza insegnare agli allievi a mantenere una respirazione “fluida”, cioè continua, durante l’esecuzione degli esercizi, senza rimanere in stato di apnea. Spesso, soprattutto nel momento di massimo sforzo, l’allievo tende in maniera spontanea a trattenere il respiro, quasi a voler reclutare più forza per eseguire l’esercizio. L’insegnante deve essere subito pronto a correggere questo atteggiamento errato ed insegnare a compiere ogni esercizio accompagnandolo con la corretta respirazione. La corretta respirazione prevede che ci siano dei momenti in cui si deve inspirare ed altri in cui si deve necessariamente espirare, ecco perché la competenza dell’insegnante è indispensabile. Una respirazione fluida favorisce, in maniera completamente naturale, una sorta di auto-massaggio degli organi interni; questo porta ad un allontanamento progressivo delle tensioni e quindi ad un rilassamento generale nei nostri allievi. Un bravo insegnante deve essere un motivatore e far sì che l’allievo che si accosta per la prima volta a questa disciplina venga accattivato dalla sua essenza. A tal fine nelle prime sedute si propongono degli esercizi di propriocettività (definiti cinestesici), cioè la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo o di alcuni distretti del proprio corpo nello spazio e la contrazione di alcuni muscoli, senza avere il supporto della vista. Ad esempio ritornando alla respirazione: durante la prima lezione l’insegnante potrebbe far sistemare le mani sulla gabbia toracica per far percepire l’espansione delle costole durante l’atto inspiratorio. Questo aiuta a “sentire” cosa succede in quel determinato momento, immagazzinare l’informazione per poi successivamente eseguire il movimento senza l’aiuto propriocettivo. A seguire si inseriscono gli esercizi di prepilates: esercizi di preparazione che vanno a riprendere lo schema motorio dell’esercizio base. Prendiamo ad esempio l’hundred, l’esercizio più rappresentativo di questa disciplina. E’ l’esercizio con cui lo stesso Joseph iniziava le sue lezioni, essendo un esercizio intenso che va ad aumentare la circolazione ed è utile per riscaldare il corpo e prepararlo ad affrontare meglio la seduta. Questo esercizio si esegue da supini e prevede una flessione del capo e delle spalle in posizione di crunch isometrico accompagnato da un’oscillazione ritmica delle braccia (esattamente cento, da qui il nome hundred) che serve proprio a destabilizzare questa posizione mantenuta e quindi rendere l’esercizio più “sfidante”. Prima di insegnare l’hundred, l’insegnate insegnerà i prepilates: un semplice crunch, prestando attenzione a dare le giuste indicazioni sulla tenuta del capo.
Una domanda che noi insegnanti di Pilates sentiamo fare molto spesso è: il Pilates fa dimagrire? Va innanzitutto ribadito che il dimagrimento avviene se c’è un giusto rapporto tra le calorie ingerite e quelle che vengono bruciate durante l’attività fisica. Ci sono discipline molto più lipolitiche, cioè brucia grassi, del Pilates (come la corsa, la ginnastica aerobica, lo step), perché in queste discipline si effettua un’attività cardiovascolare che nel Pilates non esiste. L’attività cardiovascolare protratta per un certo periodo aiuta il dimagrimento, non solo durante l’esecuzione stessa della disciplina, ma anche nel periodo post-training (EPOC).
Il Pilates aiuta a bruciare calorie, soprattutto in alcuni passaggi più impegnativi dal punto di vista “muscolare”, ma comunque non comporta un dispendio energetico elevato; tuttavia aiuta a rafforzare la muscolatura e a sagomarla in maniera armonica. Aiuta a dimagrire se praticato con costanza e, soprattutto, se è accompagnato da una giusta dieta alimentare. C’è da sottolineare che il Pilates è una disciplina per la quale non è necessario essere allenati a sostenere degli sforzi cardiovascolari, pertanto è adatta a tutti, senza limiti di età: sportivi, professionisti, bambini, adolescenti, anziani e sedentari. Quando viene definito una ginnastica “dolce” non si sbaglia. Attenzione: dolce è l’esecuzione del movimento, proprio perché viene svolto in modo lento e controllato, ma richiede un certo impegno muscolare, soprattutto per alcuni esercizi o transizioni, che lo rende abbastanza intenso. Pertanto quando si propongono gli esercizi, bisogna prestare molta attenzione all’eventuale presenza di patologie.
Ad esempio:
• in caso di patologie lombari, alcuni esercizi vanno eseguiti in maniera “supportata” per evitare di peggiorare i sintomi;
• in presenza di osteoporosi si eviteranno particolari movimenti più dinamici come il rotolamento che si esegue nell’esercizio “Rolling like a ball” per evitare traumi;
• in presenza di protesi di anche si riduce l’ampiezza del movimento (ROM) per non creare fastidi.
Conoscere e applicare costantemente l’abecedario della disciplina resta dunque una componente didattica fondamentale perchè influenza in positivo le abitudini posturali e induce i nostri allievi ad un migliore e più sano stato di benessere psicofisico.
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