Contattaci su Facebook Contattaci su WhatsApp

Yoga e pilates: due filosofie tra l'antico e il moderno

Scritto da Viviana Fabozzi

UN BREVE VIAGGIO PER CONOSCERE QUELLO CHE LA MODERNA PRATICA DEVE ALL’ANTICA E CIÒ CHE L’ANTICA PUÒ APPRENDERE DALLA NUOVA

In molti centri fitness e ancor di più negli studi dedicati alle discipline olistiche e alle attività posturali, è molto comune imbattersi in istruttori che supervisionino sia le classi di Pilates, sia quelle di Yoga, quasi a testimoniare l’importanza di creare un perfetto connubio tra le due forme. Non a caso questo connubio ha trovato una chiara espressione pratica in America, prima, con il nome di Yogilates e in casa FIF poi, con il nome di Piloga. Tuttavia le differenze tra le due discipline sono enormi e per questo risulta spontaneo domandarsi cosa spinge un istruttore ad insegnare l’una o l’altra disciplina e soprattutto se si scelga di diventare prima insegnanti di Yoga o di Pilates? Da questo quesito parte il nostro viaggio attraverso una esplorazione della storie delle due “filosofie del movimento” che mettono in risalto punti di incontro e principali differenze per giungere alle testimonianze dei professionisti dei due mondi.

La bellezza della precisione del Pilates
Joseph Pilates, fondatore dell’omonimo metodo, dopo aver praticato negli anni della sua adolescenza Body Building, Yoga e Arti marziali, sviluppò la consapevolezza che una cattiva respirazione e una conseguente cattiva postura sono le cause di una cattiva salute. Così nel 1925, anno in cui emigrò negli USA, la sua mission si orientò verso un approfondimento della pratica dello Yoga e dei movimenti degli animali che lo condussero alla realizzazione di un metodo di allenamento che chiamò “Contrology” incoraggiando l’uso della mente per controllare la funzione dei muscoli. Durante le sedute di Pilates, gli esercizi caratteristici del metodo, più di 500 (la maggior parte eseguiti da distesi), pongono l’attenzione sul respiro, sulla postura, sull’allungamento dei muscoli e soprattutto sul rafforzamento della cintura addominale per il supporto della colonna vertebrale. Possiamo dunque definire gli obiettivi del metodo come segue:
✔ scolpire una silhouette allungata (come quella dei ballerini)
✔ fortificare i muscoli addominali e i muscoli della schiena
✔ corregge le asimmetrie lavorando sul riequilibrio posturale

La versatilità e la meravigliosa complessità dello Yoga
Le origini millenarie e in parte misteriose dello Yoga dimostrano senza dubbio la sua vera bellezza che la allontana dalla interpretazione univoca del Pilates. Lo Yoga rappresenta l’immensità di un mare in cui le rotte sono variabili in base alle diverse scuole intraprese. Colui che naviga nel vasto mare dello Yoga oggi può conoscere la tranquillità, domani può imparare una nuova tecnica respiratoria, dopodomani può conoscere un mantra, una meditazione, può ritrovare un sorriso, una forza interiore, uno slancio e un senso di rivalsa per impegnarsi nella sua destinazione nel mondo… e molto, molto altro ancora. In una lezione di Yoga i ritmi sono lenti, le posizioni mantenute a lungo, i respiri profondi, le articolazioni aperte fino alla massima escursione, il tutto con lo scopo di rinforzare interamente il corpo, e sebbene sia lo Yoga che il Pilates nascono dalla consapevolezza della connessione tra corpo e mente, lo Yoga ha insito in sé un elemento che si aggiunge al binomio corpo/mente e che si traduce nella spiritualità: l’elemento che induce la mente alla ricerca di uno stato di calma per accedere ai più nobili stati meditativi.
Dopo questo primo step del nostro viaggio possiamo trarre delle prime deduzioni in riferimento all’essenza delle due pratiche.
Nel Pilates abitano l’attenzione e la precisione del movimento, il controllo della mente e la consapevolezza della integrazione funzionale tra corpo e mente. Lo Yoga al contrario risponde a un bisogno più interiore, attraverso il movimento del corpo permette di accedere al silenzio e all’ascolto interiori in cui prendere la giusta distanza da tutto ciò che non conta veramente: il qui ed ora!

Le due respirazioni a confronto
Da questa attenta analisi ne consegue che certamente le due discipline sono compatibili: la fisicità del Pilates aiuta a rafforzarsi e a prevenire gli infortuni si concilia con la maggiore mobilità e potenza raggiungibili con lo Yoga. Nella prima si predilige la pratica di una respirazione laterale diaframmatica contenuta dai muscoli trasversi, inspirando con il naso ed espirando dalla bocca, mentre nella seconda si sottolineata la profonda relazione che esiste tra stato emotivo/mentale e il ritmo e l’ampiezza del respiro e si utilizzano molte e diverse tecniche respiratorie. Si incoraggia principalmente una respirazione completa che coinvolge anche la parte apicale e l’uso dei kumbaka, il trattenimento del respiro: uno che sussegue l’inspirazione e uno successivo all’espirazione. Nello yoga la respirazione diventa così un controllo dell’energia vitale e si porta l’allievo a respiri sempre più lunghi e lenti.

Verso la conclusione del nostro viaggio seguiamo le orme disegnate dalle testimonianze di un campione di insegnanti che ad oggi sono istruttori sia di Pilates sia di Yoga.
La nostra prima valutazione statistica è stata rivolta a capire quanto l’antica pratica dello yoga abbia indicato ai propri “maestri” la strada verso l’educazione del metodo Pilates e quanto invece la moderna pratica del Pilates abbia indotto i propri istruttori a rivolgere uno sguardo attento verso la filosofia dello Yoga. Il risultato, in un era dove la fisicità, lo sforzo, la fatica prevalgono sull’ascolto interiore, la consapevolezza di sé e la leggerezza, ha evidenziato che nel nostro mondo occidentale la scelta degli operatori professionisti si è orientata prima verso la formazione del metodo Pilates e successivamente verso la conoscenza e pratica della filosofia Yogica.

Una domanda su tutte ha indicato la strada verso la scelta più giusta: “cosa voglio ottenere dalla pratica della disciplina che voglio insegnare? Sentirmi meglio fisicamente o ricercare un equilibrio mentale?”. Una risposta sulle altre ha avuto la meglio: “desidero principalmente un corpo più tonico e più flessibile!”. E per questo scopo la fisicità del metodo Pilates, che oltre al corpo include anche i suoi piccoli e grandi attrezzi, ha prevalso sulla spiritualità dello Yoga. Tuttavia la stessa pratica costante di una disciplina così fisica fatta di esercizi ginnici, tecniche esecutive, rigore, ritmo e sforzo si è trasformata nella principale motivazione alla ricerca della tranquillità, dell’etica, della disciplina, dell’ego, del rilassamento mentale e del corpo insite nella pratica dello Yoga.

Alla luce di tutto questo e con l’esperienza personale di insegnante di Pilates e praticante di Yoga desidero concludere con un quesito rivolto a me stessa, in qualità di appassionata formatrice, pensando a tutti coloro che ad oggi non sono né Pilates Instructor né Insegnanti di Yoga e si trovano ad un bivio: “In che modo potrei indicarvi la strada verso la scelta più giusta per voi?”. Nessun dubbio nella mia risposta: “praticate entrambe le discipline prima di scegliere! Fatele entrambe vostre ascoltando le vostre sensazioni… e poi semplicemente seguite il vostro istinto!”

Letto 8314 volte

Lascia un commento

Verifica che tutti i dati nei campi con (*) siano inseriti. Non è permesso l'inserimento di codice HTML.