Contattaci su Facebook Contattaci su WhatsApp

Il grip training e l'importanza di una presa forte nell'allenamento funzionale

Scritto da Viviana Fabozzi

ALLA SCOPERTA DELLA MOLTITUDINE DI ESERCIZI, ATTREZZATURE E TECNICHE CHE SI CELA DIETRO LA FINESTRA CHE SI AFFACCIA SUL MONDO DELL’ALLENAMENTO DELLA “GRIP”

Molto spesso nei programmi di allenamento in sala pesi e ancor più negli allenamenti di Power Lifting, Weight Lifting e Functional ci troviamo di fronte alla necessità di inserire nella programmazione esercizi per migliorare la forza della presa. In questo caso è importante considerare il tipo di forza specifica di cui abbiamo bisogno nei nostri gesti sportivi o nell’attività lavorativa e ludica che svolgiamo nel quotidiano.

Una mano forte è una mano in grado di trasmettere per irradiazione maggiore stabilità a tutto l’arto superiore. Se pertanto viene a mancare un certo equilibrio tra la muscolatura degli estensori e quella dei flessori dell’avambraccio ci troveremo di fronte ad una vera e propria disfunzionalità dell’arto. Sarà dunque importante dedicare una parte della programmazione del nostro allenamento al mantenimento o alla costruzione di una idonea elasticità dei nostri avambracci, polsi e mani. Vediamo dunque quali esercizi scegliere per migliorare la nostra Grip! Innanzitutto è necessario suddividere i principali movimenti che sono alla base della componente di forza della mano in:

✔ chiusura dinamica e statica della mano
✔ lavoro dinamico e statico del polso

Ne conseguono dei movimenti specifici di:

✔ flessione (crush) ed estensione (extension) delle dita
✔ pinzare o pizzicare (pinch)
✔ flessione (wrist curl) ed estensione (reverse wirst curl) del polso.

Prima di entrare nell’analisi degli esercizi che allenano questi movimenti analitici e che caratterizzano il cosiddetto “Grip Training”, analizziamo due esercizi ben conosciuti nel mondo funzionale, in special modo nel kettlebell training che sono: il farmer walk, il walking lockout e il bar hang.


FARMER WALK

Il farmer walk, ovvero camminata con i pesi, è un esercizio tanto semplice che riproduce una gestualità quotidiana. Consiste nel camminare mentre si tengono saldamente dei pesi tra le mani, percorrendo una determinata distanza o camminando per un tempo predefinito, sempre mantenendo una postura corretta.


WALKING LOCKOUT

La camminata in posizione di Lockout, è un esercizi che si può eseguire sia con il bilanciere che con il kettlebell. La lockout è una posizione che prevede un perfetto allineamento delle articolazioni del polso, del gomito e della spalla, nonché il braccio perfettamente disteso sopra la testa con il bicipite vicino all’orecchio. Rappresenta pertanto la posizione iniziale di tutti gli esercizi della categoria “Over Head”, e la posizione finale di tutti gli snatch. Si tratta prevalentemente di un esercizio di attivazione dei muscoli del distretto scapolare e di rinforzo della spalla con una valenza quindi “posturale” che va ad incidere per innervazione reciproca ed irradiazione sul rinforzo della “grip” in tutti gli esercizi in cui è necessaria una presa salda.


BAR HANG

L’esercizio della trattenuta alla sbarra fa parte dei movimenti di sospensione definiti anche movimenti di brachiazione, ossia esercizi in cui si sviluppano le capacità di rimanere appesi o spostarsi da un appiglio all’altro. Si tratta di esercizi che provocano una stabilizzazione riflessa dell’articolazione della spalla e che contribuiscono quindi ad una spalla sana e ad un rinforzo della presa della mano in statica. Il bar hang tradizionale prevede di rimanere sospesi per svariati secondi con entrambe le braccia alla sbarra, ma è possibile effettuare il movimento anche rimanendo aggrappati con una sola mano. Normalmente si consiglia di partire da tenute statiche di 25”-30”, per almeno 3 o 4 serie, con recuperi di 1’-1’30” tra le serie. Una volta compresa attraverso questi esercizi di rinforzo generale la interazione dei muscoli della mano con i muscoli dell’avambraccio e della spalla, possiamo procedere all’analisi degli esercizi più specifici per il puro rinforzo della “grip”.


CRUSHING BARBELL

Per una esecuzione in sicurezza, si consiglia di posizionarsi all’interno di un rack. Staccando il bilanciere come per eseguire uno stacco da terra, braccia tese e doppia presa in pronazione, eseguire un apertura lenta delle mani sin dove sarà possibile, fermando l’azione prima che il bilanciere sfugga, per poi richiuderle con decisione, enfatizzando la stretta per qualche secondo.

image001

TWO HANDS PINCH PLATES

Occorrono due piastre piccole o una sola di dimensione più grande, da afferrare con entrambe le mani. In questo esercizio a differenza del Crushing barbell, il pollice assume un ruolo primario lavorando con una potenza maggiore. Una mano è forte se il pollice è forte; questo è dovuto al fatto che il pollice rappresenta l’unico dito che permette un lavoro di opposizione alle altre quattro dita della mano. Potremo utilizzare le piastre in maniera libera o farle passare per un tubo corto come ottima alternativa. Maggiore sarà lo spessore della piastra, maggiore sarà la difficoltà di afferrarla e mantenerla con le dita.


WRIST CURLS

E’ l’esercizio di flessione del polso. Per eseguirlo in modo sicuro e corretto si consiglia di sedersi su di una panca e posare l’avambraccio sul ginocchio, oppure se si preferisce, appoggiandolo sulla panca stessa. Flettere il polso con un ROM completo e con il massimo controllo per tutto l’arco di movimento, sopratutto nella fase negativa.

 

image003

REVERSE WRIST CURLS

Con questo esercizio si va a lavorare sui muscoli antagonisti della flessione, gli estensori, troppo spesso trascurati. Si tratta di un movimento delicato con un’azione di leva svantaggiosa, pertanto sarà opportuno eseguirlo con un carico più leggero. Ancor più in questo caso si richiede di eseguire un ROM completo e con il massimo controllo per tutto l’arco di movimento, sopratutto nella fase negativa.

Una scheda di allenamento specifica potrebbe essere organizzata attraverso la seguente routine:

tab grip

Questa preparazione specifica, propedeutica per aumentare il nostro feeling con le dita e i polsi, ci permetterà successivamente di approcciare ad un allenamento più impegnativo caratterizzato dall’utilizzo di specifici strumenti: i “gripper”.

 

image005

IL PURO GRIP TRAINING

È il metodo di allenamento che utilizza l’hand gripper, un importante attrezzo, simbolo della forza nella mano; infatti è comunemente usato per migliorare la forza della presa e grazie alla sua resistenza permette l’attivazione dei muscoli della mano: il palmare, l’abduttore, l’estensore, il flessore, solo per menzionarne alcuni, tra loro collegati da legamenti e tendini che a loro volta si collegano ai muscoli dell’avambraccio. Gli hand gripper sono attrezzi semplici e di piccolissime dimensioni da poter utilizzare ovunque. In commercio si presentano con resistenze e qualità di materiali molto diversi. Si parte da semplici palline di gomma, principalmente utilizzate per migliorare sindromi come quella del tunnel carpale, fino a gripper di resistenze davvero molto elevate. I diversi produttori si differenziano tra qualità dei materiali, dimensioni e lavorazioni. Rivolgendos i ai più appassionati gli esperti affermano che Il gripper più famoso in assoluto è il CoC (Captains of Crush), ormai un vero e proprio punto di riferimento; altre marche importanti sono i BB (Beef Builder), i più simili ai CoC in termini di qualità e rendimento, i Baraban che sono di origine Australiana, gli Heavy Grips, i Mash Monster, i Ghp. Il primo approccio facile con un gripper è certamente quello di afferrarlo e stringerlo forte. Ma esistono piccoli accorgimenti che possono realmente fare la differenza. Innanzitutto è molto Importante la posizione giusta del gripper all’interno della mano e il movimento corretto che la mano deve eseguire per chiuderlo con la tecnica più corretta. Basti pensare che nel grip training una chiusura del gripper è valida quando i manici si toccano totalmente, anche se manca un mm la chiusura è dichiarata nulla! Analizziamo dunque l’esatta tecnica del grip training. Quando posizioniamo il gripper nella mano, il manico interno (lato polso) dovrà incastonarsi nel solco della muscolatura del pollice, trovandosi ad attraversare perpendicolarmente il palmo della mano e solitamente la fine del manico si troverà a coincidere con il dito mignolo. La mano libera nel momento della chiusura ci aiuterà ad assestare al meglio il gripper. E per quanto riguarda la programmmazione dell’allenamento? Jesse Marunde, grande strongman con una grande presa, il più giovane atleta strongman al mondo capace di chiudere un CoC #3 (pari a 280lb) consigliava di allenare la presa su basse ripetizioni e più serie, in puro stile forza.

Una seduta di allenamento base con i gripper dovrà pertanto innanzitutto prevedere un warm up specifico sulla mobilizzazione di polso, gomito e spalla, seguito da una fase centrale che potrà essere gestita su più serie con passaggi da singole ripetizioni fino a raggiungere un numero massimo di 5/6, iniziando con un gripper impegnativo, ma non difficile da chiudere. Ogni ripetizione deve permettere ai manici di chiudersi completamente. Inizialmente l’attenzione neuromuscolare della contrazione sarà soprattutto sulla fase positiva, quando si sarà presa maggiore confidenza con questi strumenti allora si potranno inserire contrazioni isometriche e negative. La programmazione prevede sempre un minimo di 3 sedute alla settimana.

Nel rispetto del principio del carico progressivo nelle sedute successive si potranno programmare le seguenti variazioni:

• aggiungere gradualmente qualche serie o qualche trattenuta di 5 secondi;
• alternare dalle 4/6 ripetizioni alle 1/3 ripetizioni con gripper più impegnativi;
• a seguire, inserire 1 o 2 volte a settimana delle negative con gripper molto resistenti stringendo a 2 mani nella fase concentrica, trattenendo con breve isometria a 1 mano e rilasciando lentamente la stessa mano in fase eccentrica fino alla totale riapertura;
• infine, invertire la posizione del gripper, ovvero capovolgerlo. Così facendo le dita lavoreranno in maniera differente variando la percezione della stretta, e al contempo non sarà trascurato l’intervento del pollice e si farà un richiamo ai muscoli estensori delle dita.

Ma il vero termometro che rileverà il livello raggiunto sarà ancora una volta la nostra esperienza: solo lei ci permetterà di aggiustare il grado di intensità delle sedute secondo le nostre priorità. Un unica raccomandazione: “usiamo il buon senso per non eccedere, perché l’eccessiva trofia degli avambracci senza un giusto recupero, potrà compromettere la stessa capacità di chiusura”.
No rest No strenght!

Letto 21923 volte

Lascia un commento

Verifica che tutti i dati nei campi con (*) siano inseriti. Non è permesso l'inserimento di codice HTML.