Performance n. 3 - 2019
Editoriale
di Claudio Vacchi
TESSERINI TECNICI: OBBLIGATORI O NO?
L'interpretazione “creativa” degli enti di promozione sportiva può in alcuni casi dare un senso che non è nella norma di legge! La parola agli esperti.
Siamo nel periodo di rinnovo affiliazioni e di specifiche proposte promozionali e il suono di un grido di allarme sull’operato di molti Enti di Promozione Sportiva (EPS) bussa prepotente alle nostre porte: “ma un istruttore deve possedere un tesserino tecnico per ogni Associazione o Società Sportiva Dilettantistica con cui lavora?”. Questo “problema” si sta presentando a macchia di leopardo, ma in modo diffuso su tutto il territorio nazionale.
La realtà dei giorni nostri dimostra in pratica che un istruttore, in regola con le normative regionali, possiede un tesserino tecnico con un ente “X” e al contempo impegna un determinato numero di ore da svolgere presso una palestra affiliata con un ente differente che chiamiamo “Y”. Quest’ultimo “dice” alla ASD o SSD che al proprio interno deve avere un organico formato da istruttori che siano in possesso di un tesserino tecnico rilasciato e riconosciuto esclusivamente dall’ente Y, per cui l’istruttore per svolgere la sua mansione deve frequentare un corso, appunto organizzato dall’ente “Y” (dai contenuti non sempre univoci, non sempre utili, non sempre allineati con la sua formazione), che gli permette di acquisire la qualifica tecnica riconosciuta dallo stesso ente. Tutto questo naturalmente dietro esborso di una cifra variabile dai 10 ai 100 euro. Ne consegue che se un tecnico presta opera presso 3 o 4 ASD/SSD e ciascuna di esse è affiliata con EPS diversi, la sua professionalità dovrà essere riconosciuta da 3/ 4 tesserini tecnici diversi previa partecipazione (a pagamento) ad altrettanti 3 / 4 corsi diversi.
A questo punto una eco di un nuovo grido di allarme recita così: “ma tutto questo è giusto?”. A parere della ASI/FIF assolutamente NO! E ad avallare questo nostro dissenso vi sono anche esperti del settore come l’avvocato Guido Martinelli i quali esprimono l’idea che questa procedura non sia per nulla chiara ed inequivocabile. Se un tecnico è in regola con quanto prevede la legge della sua regione, se gli EPS sono tutti paritetici nei confronti del CONI ed hanno corsi di uguale valore, per quale motivo il percorso svolto all’interno di uno non vale all’interno dell’altro? Ed ecco arrivare puntuale una risposta determinante che nasce da una analisi puramente oggettiva. Dal punto di vista formale l’istruttore deve essere tesserato come socio con la ASD/SSD in cui lavora, ma questo non significa che debba seguire a pagamento un corso specifico per ottenere una nuova certificazione tecnica. Se ci fosse unità di intenti ed omogeneità fra gli EPS basterebbe riconoscere reciprocamente in automatico i corsi dando, o meno, il corrispondente titolo tecnico. Purtroppo al momento non è così e come ASI/FIF cercheremo di fare il possibile per chiarire in modo definitivo questa situazione che sembra motivata più da un fattore economico che da una reale esigenza di aggiornamento. A questo punto esistono ancora due quesiti che meritano una risposta rassicurante: “ma se un istruttore, o meglio la ASD o SSD presso cui l’istruttore presta opera, non aderisce a questa “richiesta” di ottenere il tesserino dell’ente presso cui si è affiliati, cosa rischia?”.
Dal punto di vista giuridico nulla! La legge regionale specifica solo il possesso della qualifica. “E dal punto di vista della EPS ne conseguirebbe l’impossibilità di mantenere la ASD/SSD affiliata?”. Questa è una ipotesi tutta da verificare e, comunque, di Enti di Promozione Sportiva pronti ad accogliere a braccia aperte una nuova affiliazione ce ne sono tanti e ben lieti di venire incontro a diverse richieste.
Relativamente a questo aspetto la FIF sotto l’ egida di ASI ha deciso che regalerà la prima affiliazione alle ASD o SSD affiliate ad altri Enti Promozionali Sportivi, insieme al riconoscimento, con specifico tesserino tecnico, di tutti i loro istruttori. Un impegno certo e mirato ad evitare “inutili” ed “ingiusti” investimenti a tutti i professionisti che continuano il loro viaggio nella formazione FIF!