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Professione PT: di che biotipo sei?

Scritto da Mattia Ravagli

INDIVIDUA QUELLO GIUSTO PER SELEZIONARE IL TRAINING PIÙ ADATTO AD OGNI PERSONA

Rivolgersi a un personal trainer significa affidarsi a un professionista del fitness in grado di offrire un allenamento il più possibile personalizzato e un'assistenza continua durante l'esecuzione degli esercizi, affinché questi siano svolti nel miglior modo e senza rischi per la salute. La prima seduta serve di solito per compilare l'anamnesi, ossia la raccolta di tutta una serie di dati, da quelli anagrafici (età, sesso, etc.), alle abitudini alimentari, valutando inoltre lo stato di salute del cliente-utente, il suo passato sportivo, fino a individuare quanto tempo investire nell'allenamento, in base anche agli obbiettivi a cui si ambisce. Un passaggio fondamentale affinché il personal trainer possa svolgere correttamente il proprio lavoro è individuare il biotipo di appartenenza del soggetto, ossia a quale “tipo vivente” corrisponde in base alla sua costituzione fisica e al suo metabolismo. Un aiuto in tal senso viene dall'antropometria che classifica le persone tenendo conto dei rapporti precisi tra misurazioni corporee. I principali parametri sono: rapporto peso/altezza, quantità di tessuto adiposo, localizzazione distrettuale del tessuto adiposo, quantità di massa magra, quantità e distribuzione muscolare scheletrica, valutazione di struttura e sviluppo osseo, valutazione del contenuto idrico e minerale totale. È così possibile arrivare a una prima classificazione che suddivide i soggetti in ectomorfi, mesomorfi ed endomorfi. Gli ectomorfi in genere sono poco muscolosi, giovani nell'apparenza, hanno difficoltà nella crescita muscolare e ad aumentare di peso. Hanno inoltre una forma quadrata, sono esili e di costituzione delicata, longilinei e con pettorali piatti. I mesomorfi sono invece muscolosi, maturi nell'apparenza, hanno facilità nella crescita muscolare e il loro peso varia facilmente. Sono longilinei/normolinei, con una costituzione robusta, una postura dritta, una cute e pettorali spessi. Gli endomorfi, infine, sono muscolosi e con facile crescita muscolare, mentre hanno difficoltà a perdere peso. Sono brevilinei, tendenti all'obesità e a una forma tonda, e dotati di pettorali scarsi. C'è poi una ulteriore importantissima classificazione che tiene conto del rapporto vita-fianchi, suddividendoli in biotipo androide e ginoide. Usando una metafora, significa associare i primi alla forma di una mela e i secondi a quella di una pera. La tipologia androide presenta un accumulo adiposo localizzato prevalentemente su tronco, addome e cavità addominale (grasso viscerale)i. La circonferenza della vita prevale su quella dei fianchi. In tal caso, l'accumulo adiposo eccessivo può comportare una serie di fattori di rischio per la salute, quali ipercolesterolemia, problematiche cardiovascolari, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica. La tipologia ginoide, invece, è caratterizzata dalla circonferenza dei fianchi superiore a quella della vita. Questo tipo di accumulo è più frequente nel sesso femminile, il grasso è localizzato prevalentemente negli arti inferiori, nei glutei e nella parte posteriore del braccio. In tal caso, un eccessivo accumulo adiposo è correlato a problematiche circolatorie periferiche con stasi venosa e linfatica, spesso accompagnata da fragilità capillare, cellulite e disturbi metabolici. Per un personal trainer è molto importante capire a quale di queste tipologie appartiene la persona che si è rivolta a lui, per poter proporre il giusto allenamento. Mentre la distinzione fra androide e ginoide è più netta, quella tra ectomorfi, mesomorfi ed endomorfi è più sfumata, nel senso che la maggior parte delle persone è in realtà in bilico fra due categorie, ossia è ibrida, quindi raramente un soggetto si classifica perfettamente in uno di questi biotipi ma quasi sempre si incontreranno dei “mix” quali: ecto-mesomorfo, meso-endomorfo e ecto-endomorfo­. Questo ovviamente influenza il tipo di alimentazione, da valutare con figure specializzate, e di allenamento da seguire. Se si sbaglia il biotipo, poi l'allenamento che ne seguirà non sarà efficace tanto quanto si spera.

METOLOGIE DI APPROCCIO PER SOGGETTO GINOIDE
Il lavoro mirato alla tonificazione degli  arti inferiori non deve assolutamente costituire la parte iniziale del programma e non va mai eseguito a esaurimento (coefficiente di intensità del 70/75%) perché questo porterebbe alti picchi di acido lattico, e quindi a un peggioramento del sistema linfatico venoso. Sarà anche da escludere o limitare la corsa per non stressare ulteriormente gli arti inferiori. L’allenamento a circuito è il più adatto a sbloccare il ristagno di liquidi migliorando la circolazione. Si può invece allenare la parte superiore con tipologie simili a quelle per l’ipertrofia (8-15 rep con un coefficiente di intensità del 85%) per aumentare il metabolismo.

METOLOGIE DI APPROCCIO PER SOGGETTO ANDROIDE

L’allenamento per la parte inferiore può essere molto intenso e prevalentemente composto da esercizi base (squat, stacchi, etc.) ed eseguire un numero di ripetizioni che va dalle 8 alle 15 con alta intensità. Questo per migliorare il tono muscolare e alzare il metabolismo. Invece per i distretti superiori sono consigliati circuit training misti aerobico/anaerobico; anche se non si avranno le stesse controindicazioni del soggetto ginoide (cellulite e cattiva circolazione), si eviteranno comunque alti picchi di produzione di acido lattico. Un esempio pratico: si può applicare la scheda AAS (Anaerobic-Aerobic System) tenendo in considerazione le linee-guida sopraelencate.

tabella biotipo

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