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“Gigi” Lodi, il fitness è prima di tutto passione

Scritto da Roberta Bezzi

CAMPIONE DI CULTURISMO E SOLLEVAMENTO PESI, È STATO UNO DEI PADRI FONDATORI DEL FITNESS IN ITALIA. NELLA SUA PALESTRA ATLAS CLUB A BOLOGNA, PER LA PRIMA VOLTA SONO ENTRATE ANCHE LE DONNE.

Luigi Lodi, detto più semplicemente Gigi, classe 1936, è stato uno dei padri fondatori del fitness in Italia. La sua straordinaria carriera nel settore come atleta e imprenditore parte nel lontano 1958, quando apre ufficialmente la sua palestra Atlas Club in via Oberdan, in pieno centro a Bologna a pochi metri dalle due Torri, rivelatasi una delle più longeve sul territorio nazionale oltre che punto di riferimento per tutti gli amanti del fitness e non solo. Nella sua palestra sono entrati campioni come il pilota di Formula 1 Phil Hill e il motociclista Tarquinio Provini. L’adesivo con il nome di Gigi Lodi in posa plastica era molto ambito e tutti volevano averlo sulla propria Vespa... era una nota di vanto. È stato anche il primo a mettere manubri e bilancieri in mano alle donne.

Brillante è stata, la sua carriera di culturista: dopo aver vinto il titolo di Mister Italia ed essere diventato campione italiano di sollevamento pesi nella categoria ‘Massimi’ nel 1965, nel 1967 ha conquistato il primo posto nel Concorso internazionale “Mister Europa” a Lione, alla presenza del presidente francese Charles De Gaulle, mentre nel 1969 è arrivato terzo a “Mister Universo” a Londra, mentre Arnold Schwarzenegger arrivava primo negli ‘Junior’. Era un vero e proprio culturista, e gli piacevano le gare più che altro per scommessa, per mettere alla prova la sua forza esplosiva, un po’ come si fa oggi con il crossfit. La sua grande avventura nel mondo del fitness è iniziata quando era giovanissimo, appena 18 anni e mezzo, durante il servizio militare nei Corpi Incursori di La Spezia, quando ha scoperto la boxe e l’attitudine per il combattimento. Grazie a queste sue doti, è stato presto inserito in un corpo speciale che gli consentiva di collaborare con la Marina Americana.

Per un lungo periodo ha combattuto – con successo – per un colonnello all’interno delle navi americane. Allenandosi con gli yankee ha scoperto la possibilità di potenziarsi con i primi attrezzi isotonici, mai visti fino ad allora in Italia. Lì è scoccato un vero e proprio colpo di fulmine. Così, una volta rientrato in Italia, nel 1958 ha aperto – insieme all’ex culturista Marcello Onori, scomparso nel 2011 – la palestra Atlas Club, circa 800 metri quadrati di spazio suddiviso in più sale. Aiutato da esperti universitari, negli anni successivi Lodi ha approfondito le sue conoscenze in ambiti quali la dietologia, l’anatomia, la filosofia dell’allenamento. I primi frequentatori della palestra sono stati gli amici e poi gli amici degli amici, con il classico passaparola. Le prime palestre avevano uno ‘stampo’ prettamente maschile, una cosa che non convinceva del tutto Gigi. Da vero innovatore, ha cominciato a rivolgersi anche a un pubblico femminile, alternando le attività per uomini con quelle rivolte alle donne. Chi lo conosceva, scuoteva la testa e gli ripeteva spesso: “Sei matto ad allenare le donne, a far loro sollevare i pesi!”. Ma lui ha continuato per la sua strada, spingendosi oltre. Quando durante gli anni Sessanta, nello stesso edificio in cui sorgeva la palestra, si liberarono i piani inferiori fino ad allora riservati a parcheggio, li affittò per allargare il centro e dedicare alcune sale solo alle donne. Indimenticabile è l’immagine di Gigi Lodi che si piazzava nel cortile Settecentesco per accompagnare, o meglio quasi ‘scortare’, le donne che frequentavano la sua palestra per evitare che gli uomini le prendessero di mira con commenti salaci. Gigi Lodi aveva un fisico bello, segnato, armonioso, che gli ha consentito di essere notato anche dall’universo magico del cinema. Ha frequentato Cinecittà a Roma dove, fra la fine degli anni Sessanta e gli inizi anni Settanta, imperversava il filone dei kolossal di ‘spade e sandali’ ambientati soprattutto nell’antica Roma, ben rappresentato da Gordon Scott, dopo il grande successo di “Tarzan”. I bicipiti scolpiti sono valsi a Lodi diverse ‘comparsate’ per arrotondare e la possibilità di conoscere molti artisti famosi, di cui però non ha mai fatto cenno a causa della sua proverbiale umiltà e timidezza. Pur non essendo stato un padre molto presente durante la prima infanzia, Lodi ha trasmesso la sua grande passione anche ai figli Emilio, Maurizio (scomparso nel 1994) e Laura. «Quando eravamo adolescenti – ricorda Emilio Lodi – dimostrò di capire i nostri problemi e temendo che potessimo prendere una brutta strada, ci portava sempre in palestra per ‘catechizzarci’ come si fa con i figli d’arte. Così ci ha trasmesso i suoi valori, facendoci capire l’importanza della fatica e dell’allenamento per rafforzare il carattere». Nel 1997, l’Atlas Club si trasferisce da via Oberdan a via Vezza, in una posizione più defilata dal centro, in un edificio palladiano con un ingresso imponente ma poco funzionale. Un ‘mezzo suicidio’ economico soprattutto perché si impuntò a voler sale distinte strutturalmente per uomini e donne, scelta che comportò altissimi costi, anche se poi l’attività è risorta, proseguendo fino al 2015. «Mio padre non è mai stato particolarmente interessato dal lato economico della sua attività – aggiunge Emilio Lodi -. Accumulare soldi come garanzia per il futuro non era una sua priorità. Finché ha goduto di energia e buona salute, ha continuato ad allenare le persone con entusiasmo, consigliando loro anche come curare l’alimentazione e il benessere in generale». Nulla di che stupirsi se, a chi gli chiede un consiglio per i giovani desiderosi di aprire una palestra, Gigi Lodi è solito rispondere: «È difficile dare consigli, però prima di tutto viene il cuore. Nel tempo la passione sportiva può diventare passione professionale. Personalmente, ho iniziato a correre in bicicletta che avevo 12 anni, e poi ho cambiato spesso attività, provando di tutto fra cielo, terra e acqua. Cos’altro avrei potuto fare nella vita se non quello che ho fatto?». Nel 2015, la palestra Atlas Club è stata data in gestione a terzi (ndr, oggi è Atlas AreaFit), mentre il figlio Emilio dal 1983 si occupa del suo centro, Lodi Club, insieme ad altri soci, dove porta avanti con orgoglio lo spirito pionieristico del padre. «Mi ha trasmesso la dedizione, la passione e l’essere di esempio ai giovani – conclude Emilio Lodi – , così come l’importanza di condurre una vita sana e di benessere. L’obiettivo è tenere ‘alto’ ciò che mio padre ha fatto, per non disperdere il suo immenso patrimonio. Il fitness, come lo conosciamo oggi, nasce dagli errori della cultura fisica».


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Letto 23034 volte Utima modifica effettuata Lunedì, 21 October 2019 09:59
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