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BREATHING WAVES: I NUOVI SENTIERI DI LETTURA DEL RESPIRO

Scritto da dott. Mattia Betti

L’evidenza scientifica conferma l’esistenza di un legame tra sistema respiratorio e gli altri sistemi biologici, cognitivi ed emozionali.


Rivolgiamo adesso attenzione al nostro Respiro; coì come si presenta in questo istante senza modificarlo, ascoltalo. La tua percezione si avvicina ad un respiro lento e profondo o superficiale, si ferma alla tua pancia o arriva fin su al tuo petto? Quante volte abbiamo ascoltato frasi del genere sia da cliente che da operatore e spesso la nostra sensibilità non corrispondeva a ciò che il terapeuta stava osservando, perché secondo voi? Tale discrepanza può rappresentare un’indicazione “diagnostica”, sul nostro livello di Consapevolezza Corporea, sulla nostra Interocezione (ovvero il substrato neurale di afferenze-informazioni in costante flusso, come un fiume nel suo inesorabile scorrere che non notiamo fino al momento che si ingrossa e diventa impetuoso, in quel momento noi ne diventiamo consapevoli).
Oggi è l’evidenza scientifica che ci suggerisce la presenza di un legame tra sistema respiratorio e gli altri sistemi biologici, cognitivi, emozionali.
Un esempio per tutto è la Psicoterapia corporea che si serve di interventi sulla respirazione, la Vegetoterapia (Wilhem Reich, allievo di Freud) che collega clinicamente posture, alterazioni del tono muscolare a processi biologici profondi.

SISTEMI DI REGOLAZIONE DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA
I meccanismi di regolazione sono naturalmente gestiti dal sistema nervoso che va ad adeguare la ventilazione polmonare alle esigenze del nostro organismo. Nel TE (tronco encefalico) e più dettagliatamente tra il ponte ed il bulbo troviamo i centri respiratori (Hall 2011). La funzione INSPIRATORIA si ritrova principalmente (Gruppo Respiratorio Dorsale) nel NTS/Nucleo del Tratto Solitario) che ne determina  il ritmo basale costituito da scariche inspiratorie ritmiche; la durata dell’inspirazione è regolata dal Centro Pneumotassico che ne determina l’incremento della frequenza fino a 30-40 cicli al minuto o diminuirla di pochi atti; nel Gruppo Respiratorio Ventrale si trovano i neuroni che si occupano di inviare stimoli forti ai muscoli espiratori addominali, infine vi è un centro denominato apneustico, ulteriore stazione di controllo e monitoraggio del “segnale a rampa inspiratorio” ( meccanismo progressivo di incremento della capacità volumetrica polmonare).

schema

Il Respiro rimane regolato anche da segnali riflessi originati in periferia: vi sono recettori di stiramento (Tensocettori, Stretch Receptors, definiti SAR) all’interno di bronchi e bronchioli, che se vengono allungati, distesi attivano il gruppo dorsale (NTS) tramite i nervi vaghi, limitando la durata inspiratoria, quest’ultimo meccanismo di neuro-feedback, viene chiamato Riflesso Hering Breuer, che impedisce la dismisurata azione dei polmoni in fase inspiratoria. Questa regolazione del SN è coadiuvata da una regolazione umorale che avviene dal monitoraggio di chemiocettori (sentinelle presenti all’interno dell’albero vascolare, nei glomi carotidei e aortici) sensibili alle variazioni della pressione parziale di anidride carbonica nel sangue e del PH.
Tale complessità determina per via riflessa l’incremento degli atti respiratori (la presenza di CO2 diventa l’elemento eccitatorio dei centri deputati alla regolazione del respiro). Oggi sappiamo con più precisione che tale regolazione può essere anche volontaria-MENTE controllata dai centri superiori del sistema nervoso, da vie nervose, che dalla corteccia scendono attraverso il tratto corticospinale ai motoneuroni spinali che innervano i muscoli Inspiratori primari. Nel ciclo respiratorio normale si effettuano circa 15 atti respiratori al minuto, la muscolatura inspiratoria è la sola ad essere richiamata in azione, mentre l’espirazione viene mediata passivamente. Il diaframma svolge i 2/3 della respirazione, il restante dalla muscolatura secondaria, gli intercostali: questa tipologia è la respirazione addominale o diaframmatica (Hall 2011).
Le Neuroscienze ci dicono che la respirazione diaframmatica è la respirazione della calma e della tranquillità e quindi ha un collegamento diretto con lo stress. Il Sistema Nervoso Vegetativo controlla con un’attivazione tipicamente simpatica in fase inspiratoria e vagale nella fase espiratoria (vedi grafico allegato). Purtroppo le alterazioni o iperstimolazioni quotidiane sono molteplici e non permettono una regolazione diaframmatica del respiro, con conseguente stimolazione cronica dell’asse dello stress, in direzione simpatica che va a determinare a cascata fenomenologie dirette o indirette, come stati di ansia, panico e depressione, oppure stati infiammatori che portano a malattie cardiovascolari.

RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA E ATTIVAZIONE INSPIRAZIONE ESPIRAZIONE (SIMPATICOTONIA E VAGOTONIA)
Le relazioni biomeccaniche del diaframma, le relazioni neurofisiologiche di controllo del respiro evidenziano considerazioni che sottolineano la complessità tra struttura e funzione, molti studi oggi rilevano implicazioni nel campo neurologico e cellulare. Interessante lo studio sulle aree cerebrali che influenzano o sono influenzate dalla funzione diaframmatica; tale studio (Lois et al 2009) ha rilevato i percorsi polisinaptici che coinvolgono diverse aree cerebrali, oltre 30 nel TE e nel cervelletto, anche aree trigeminali e vestibolari (controllo dell’equilibrio). Vi sono mappature che risalgono alle aree ipotalamiche (nucleo paraventricolare, fondamentale nella regolazione asse stress), l’Amigdala (centro emozionale associato alla memoria e non solo), la zona insulare (sede dell’Io corporeo che si unisce con quello emotivo e sociale). In poche parole sono aree riconducibili alla regolazione consapevole e inconsapevole dell’autocoscienza individuale, alla normo-regolazione degli stress psico-fisici (Sigala et al 2012). Pensate che la funzione respiratoria diaframmatica, se disregolata in una sua iperattivazione, come in disturbi cronici polmonari ostruttivi, altera la produzione di ossido nitrico determinandone l’incremento della fibroticità, ovvero perdita di elasticità, e bassi livelli di ossido nitrico, causano  a livello endocellulare nucleare la trascrizione NF-kb  e la conseguente produzione di oltre 400 geni che rilasciano circa una sessantina di sostanze pro-infiammatorie a livello extra cellulare(IL-6,IL-2, TNF…).

Concludendo, l’evidente importanza della funzione respiratoria in un contesto di libertà tensiva muscolo-scheletrica, ci deve portare a super-valorizzare il nostro lavoro. Il nostro Corpo vive e si gestisce su più livelli sistemici, non si tratta solamente di “allungare o rafforzare la struttura e migliorarne la funzione” si tratta di lettura profonda del Corpo, pensando coscientemente che ciò che approcciamo risponda ad una complessità ben più alta e quindi il nostro compito, nonché dovere, deve rispondere a conoscenze sempre più aggiornate e integrate con altre discipline e medicine funzionali al ripristino della Salute.

Letto 846 volte Utima modifica effettuata Lunedì, 05 June 2023 12:22

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