BRAIN TRAINING L’INTELLIGENZA DEL MOVIMENTO
Scritto da dott. Mattia Betti“LA CONDIVISONE DELLE ESPERIENZE, MODULA UN APPRENDIMENTO CONSAPEVOLE E LONTANO DALLA MERA MEMORIZZAZIONE DI CONCETTI, QUESTO PER ME È INSEGNARE IN FIF”
Vividi i ricordi dello scorso Novembre a Ravenna con l’International Pilates ”L’Intelligenza del Movimento”. Un’opportunità di confronto con istruttori di pilates nelle nuove tematiche attinenti alla Postura in chiave neuro-funzionale, attraverso tre laboratori dove la teoria incontrava la pratica, aprendo per molti nuove direzioni di sguardo, nuovi “orizzonti posturali”. La mia prima giornata ha voluto creare un collegamento tra il mio lavoro di Chinesiologo e Osteopata e la disciplina del Pilates, disciplina che si sposa con tutto ciò in cui credo ovvero la ricerca verso il nostro sesto senso “INTEROCEZIONE” (Siegel 2013) che permette di avvertire tutte le sensazioni che si susseguono nel corpo a causa dell’avvicendarsi dei movimenti interni nei suo tessuti (Ogden et al. 2006); il contatto con la propria mente ci permette di valutare i fattori di salute del nostro SNC, che mi piace chiamare “i sentieri di Ascolto” per una prima autovalutazione fine e più sensibile della sola visione meccanicistica:
• Debolezza-Forza
• Equilibrio
• Stanchezza-Energia
• Visione periferica
• ROM
• Endurance
• Focus, creatività.
• Acutezza mentale
• Velocità’ di Reazione
• Dolore
Tutte queste sensibili percezioni avvengono con un’altra integrazione fondamentale da parte del nostro cervello ovvero “(...)utilizza i ricordi immagazzinati per agire costantemente in previsione…tutto ciò che vediamo, che sentiamo, costituisce input inconsci. Ciò che ci appare non dipende solamente dalle informazioni sensoriali, il nostro percepito sensoriale inconsapevole, ma anche dalla previsione che il nostro cervello fa dalla nostra memoria” — Jeff Hawkins, On Intelligence.
Il nostro cervello impara costantemente attraverso modelli di apprendimento parcellizzato (neural chunking-suddivisione neurale) ovvero piccole suddivisioni che poi vengono rielaborate e affinate in un concerto combinatorio che determina l’apprendimento consapevole, pensiamo ad uno schema motorio che passa attraverso la presenza dei riflessi primitivi del bambino (già presente nella vita embrionale si è constatato già dalla 7° settimana vi sono movimenti come ad esempio la rotazione della testa) a esplorare l’ambiente, per poi gradualmente integrarli nel SNC e comporre nuove gamme motorie complesse come controllo postura seduta, scivolamento, gattonamento, camminare. Nel secondo incontro, abbiamo aperto le porte alla neurofunzione cervico-oculare e come la sua salute permetta un’integrazione delle informazione di ingresso e risposta posturali fondamentali. Sono quattro muscoli, situati profondamente nella parte superiore del rachide e in stretto contatto con il piano scheletrico. Le quattro coppie di muscoli Suboccipitali collegano le prime vertebre cervicali tra loro con la squama dell’osso occipitale e fanno parte dei muscoli delle docce vertebrali del piano profondo. Interessante è notare l’estrema somiglianza con i nomi dei muscoli oculari (immagine A).
Effetti di alterazione della funzione posturale: qualunque disfunzione che danneggia l’efficienza e l’equilibrio di movimento e contrazione a livello dei muscoli suboccipitali, avrà conseguenze sulla muscolatura extraoculare. Nello stesso modo, una disfunzione a livello dei muscoli extraoculari o meglio della loro integrazione a livello centrale coinvolgerà i muscoli sub occipitali alterandone la corretta funzione, si pensi ad esempio alle PAC (Posizioni Anomale del Capo) assunte dal soggetto per vedere meglio o far collaborare in modo migliore i due occhi.
In aula abbiamo lavorato sulle influenze della convergenza e della divergenza oculare sulla CMP e su movimenti in avvicinamento alla linea mediana o in allontanamento, pensiamo ad un bending test che migliora dopo un solo lavoro di iperconvergenza oculare, senza aver necessariamente lavorato componenti miofasciali classiche, in realtà studi hanno confermato la connessione tra la Dura Madre spinale cervicale ed alcune strutture muscolari e legamentose nucali, come il muscolo retto posteriore minore della testa, il legamento nucale, il muscolo obliquo inferiore della testa e il muscolo retto posteriore maggiore della testa. È noto in anatomia oculare che il nervo ottico è avvolto dalle meningi e che la parete orbitaria ospita la dura madre avvalorando l’evidenza clinica che queste connessioni sono generatrici di cefalee che interessano le cavità orbitarie a livello sensitivo (cefalea oftalmica).
Nell’ultima giornata abbiamo coinvolto il respiro e la sua neurofunzione a livello posturale ed emotivo. Esperimenti psicofisici della fine del secolo scorso hanno rivelato che l’attenzione e l’esperienza percettiva diretta sono entrambi sincronizzati con il CICLO RESPIRATORIO. Lo stato attenzionale tende a cambiare e la soglia liminale della percezione, allo stesso modo, tende ad aumentare e diminuire con il respiro, suggerendo che il ciclo respiratorio probabilmente ha sottili conseguenze cognitive e comportamentali. A questo punto la domanda è nata spontaneamente: “che tipo di respiro e perché?”.
Ovvero respirazione nasale da prediligere, vediamo le motivazione delle Neuroscienze. La prima e la più evidente caratteristica che si osserva in quasi tutte le tecniche di respirazione, sia di derivazione orientale che occidentale, è che queste preferiscono il coinvolgimento della via respiratoria nasale a quello della bocca (Ramacharaka, 1903; Iyengar, 1985; Jerath et al., 2006; Zaccaro et al., 2018). All’interno della letteratura indiana è riportato che “solo una volta che i canali delle narici sono liberi, lo yogi è in grado di controllare il “prana” (Hatha Yoga Pradipika), indicando che i canali energetici (nadi) delle narici sono di grande importanza per il controllo dell’energia vitale (prana) dell’organismo. Parallelamente, anche nella letteratura scientifica occidentale è possibile trovare una notevole quantità di dati che indicano la presenza di un meccanismo neurofisiologico presente nelle narici, cruciale per indurre gli effetti descritti dalle antiche tradizioni orientali. Anatomicamente, il bulbo olfattivo e la corteccia piriforme oscillano durante il respiro, probabilmente coordinando la rete neurale corticale legata all’apprendimento, alla memoria e al comportamento; il sistema olfattivo è connesso al sistema limbico e all’ippocampo (attraverso proiezioni della corteccia entorinale ovvero la orbifrontale): il tipo di ritmo respiratorio crea specifiche eccitazioni neurali (profondità del respiro, numero di respiri, velocità del respiro) che creano ritmi oscillatori speculari che si propagano in diverse aree cerebrali, non necessariamente legate all’olfatto, ma alla stimolazione del passaggio dell’aria su di esse (cellule olfattive).
Recentemente, un contributo cruciale allo studio delle funzioni non olfattive della respirazione nasale nell’uomo è stato portato da Zelano et al. (2016) che, attraverso EEG intracranico in pazienti epilettici, hanno scoperto un’elevata coerenza tra le oscillazioni neuronali intra-corticali nella corteccia piriforme, nell’amigdala e nell’ippocampo, e il ritmo respiratorio nasale, che è totalmente abolita durante la respirazione attraverso la bocca. Inoltre, la fase inspiratoria della respirazione nasale era associata a una migliore prestazione in compiti cognitivi di riconoscimento emotivo e di memoria episodica. Nello stesso anno, Heck et al. (2016) hanno osservato con EEG intracranico oscillazioni neuronali intracerebrali correlate alla respirazione nelle cortecce frontali, temporali e parietali (Heck et al., 2017; Varga e Heck, 2017), mentre Herreret al. (2018) hanno esteso queste osservazioni a un grande numero di strutture cerebrali corticali e sottocorticali.
Questi ultimi autori, inoltre, hanno scoperto che lo spostamento dell’attenzione sul respiro incrementa la coerenza tra respiro e attività elettrica intracranica nella corteccia cingolata anteriore, pre-motoria, insulare e ippocampale, e che il controllo volontario della frequenza respiratoria incrementa la coerenza tra attività elettrica e respiro nel network fronto-temporale-insulare (Herrero et al., 2018). Queste ultime scoperte sono particolarmente interessanti perché mostrano che gli effetti della stimolazione meccanica dell’epitelio nasale non sono indipendenti da fattori cognitivi (per es. l’attenzione focalizzata), suggerendo l’esistenza di un’interazione dinamica tra frequenza respiratoria, attenzione focalizzata e stimolazione meccanica dell’epitelio nasale.
Abbiamo sottolineato la fondamentale importanza, per tutta l’esperienza sul respiro come modulatore posturale e non solo, della nostra capacità di percepirsi nel momento presente; meri esercizi respiratori senza una visione globale guidata dell’attento operatore posturale, poco servono al fine di portare un reale quanto duraturo cambiamento sul nostro corpo; da qui l’esigenza di strutturare un nuovo percorso di Master di specializzazione avanzata su questi nuovi argomenti di approfondimento che abbiamo intitolato Postural Strategies
#1 - Breathing Waves, il respior nel movimento miofasciale
Le nuove frontiere scientifiche del respiro nel gestire al meglio l’attività motoria o la performance sportiva, o semplicemente per il nostro benessere posturale quotidiano.
#2 - Low Back Dysfunction
Analisi teorica e pratica per ripristinare il corretto equilibrio della colonna vertebrale (rachideo).
Il Master si sviluppa in due giornate per approfondire al meglio i nuovi aspetti del mal di schiena (lombalgia) affrontando il tema dalla teoria alla pratica in maniera ampia, comunicando nuovi strumenti di approccio e gestione alla complessa problematica.
#3 - Postural Visual Training
Analisi visiva nel contesto posturale e strategie di miglioramento per il benessere quotidiano. Il Master si sviluppa in due giornate, dove si affronteranno le tematiche riguardanti l’organizzazione neuro-visiva nel Sistema Tonico Posturale e le sue problematicità nel corretto sviluppo motorio. Vi aspetto!
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