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Yoga, pratica antica di grande attualità

Scritto da Rita Babini e Claudio Vacchi

CI SONO TECNICHE MILLENARIE DI PURIFICAZIONE DEL CORPO CHE SONO STATE RISCOPERTE OGGI IN AMBITO MEDICO E NON SOLO, QUALI SHANK PRANKSALANA, ASHWINI MUDRA E JALA NETI.

Capita, a volte, di leggere su riviste e giornali notizie di tipo medico-scientifico che apparentemente sembrano grandi novità, ma che in realtà non lo sono. Spesso si sente parlare di nuove tendenze del fitness o del movimento, più che altro per attirare l’attenzione di nuovi praticanti, ma che invece a ben guardare si riferiscono a qualcosa che ha legami con il passato. In molti casi, dietro tante mode o stereotipi c'è una pratica millenaria come lo yoga che, come ben sanno gli esperti, ha una tale ricchezza e complessità da essere di grande modernità.

Qualche esempio? La tanto decantata idrocolonterapia, una pratica utilizzata per il lavaggio di un tratto dell'intestino, proposta ora da molti centri benessere per disintossicarsi e depurarsi, non è altro che una variante di Shank Pranksalana che gli Swami praticano da tempo con regolarità. Nel primo caso la pulizia avviene attraverso l’infusione di acqua depurata – a pressione e temperatura calibrate – dall’ampolla rettale al cieco, nel secondo si procede invece a far entrare nel corpo litri di acqua appositamente salata, con passaggio dallo stomaco all’intestino. Si ottiene così una pulizia completa dell'intestino, con procedure identiche a quelle seguite per l'esame diagnostico della colonscopia. Chi l'avrebbe detto che già da millenni in India si fosse a conoscenza di tali tecniche e, soprattutto, che fossero utilizzate come pratiche igieniche consigliate a ogni cambio di stagione?

C'è anche l’Ashwini Mudra, tecnica utilizzata dai terapisti per i casi di incontinenza e che serve per ridare tono ai muscoli del perineo e di tutto il pavimento pelvico. E che dire poi della pratica Jala Neti per la pulizia e lavaggio dei seni nasali? Si tratta di un’antica tecnica dell’Hatha Yoga, considerata una delle principali pratiche di purificazione, da effettuare con l'aiuto di uno speciale recipiente chiamato Neti Lota e con una adeguata soluzione salina. Non è poi molto diverso dai lavaggi nasali praticati alle moderne terme. D'altra parte, tanto per citare un piccolo esempio, oggi c'è un larghissimo uso della cosiddetta soluzione fisiologica, che altro non è che acqua e sale in una certa proporzione (in genere, un cucchiaino di sale per un litro d'acqua). Questi sono solo alcuni esempi e si tratta delle tecniche più semplici e più utilizzate. E se mai ci fosse bisogno della riprova dell'antichità di tali efficaci rimedi, basta leggersi la ‘Gherarda Samhita’, uno dei manoscritti più antichi tramandati fino a oggi dagli antichi yogi. Il testo, di autore ignoto, è stato probabilmente scritto tra il XVII e il XVIII secolo e comprendere sette lezioni che il saggio Gheranda, per trasmettere la conoscenza dello yoga, impartisce a un suo discepolo. Il primo capitolo parla proprio di Shatkarman, ossia della purificazione fisica attraverso pratiche di pulizie come quelle appena citate.

Molte di queste tecniche sono proposte oggi come novità mentre in realtà non sono che rivisitazioni di pratiche millenarie che si basano sulla conoscenza del corpo umano e del benessere, eseguite attualmente con attrezzi certamente più costosi e all'avanguardia, ma non per forza più efficaci. Nelle scuole di yoga si è sempre insegnato e ricercato il benessere psicofisico, inteso come punto di partenza e molte delle pratiche proposte sono molto benefiche e non hanno alcun tipo di controindicazione se seguite correttamente. Nel mondo occidentale le varie tecniche di purificazione dello yoga – Dhauti, Neti, Basti, Nauli, Trataka, kapalabhati – che prevedono la pulizia degli organi, dei visceri, dei canali fisici e della mente, per mantenere il corpo in salute e lo spirito in serenità, non vengono normalmente insegnate. In genere, l’interesse nasce e si ferma alle asanas ovvero all’aspetto fisico, alle posizioni, che beninteso sono sempre accompagnate da precise motivazioni di fondo. In India, invece, l’Hatha Yoga, il Prananayama e i Shatkarma rappresentano una sorta di esercizio e di purificazione per accedere a livelli di coscienza più elevati attraverso un corpo sano, forte, elastico, una respirazione regolare e controllata e una pulizia interna che garantisca salute e benessere. Tutti elementi indispensabili per affrontare pratiche meditative e spirituali che rappresentano la vera essenza della disciplina.

Il vero yoga inizia infatti dopo le asana, passaggio importante che consente una lunga immobilità in grado di far accedere a livelli più interiori e spirituali. Una forma di “riscaldamento”, per usare un gergo sportivo, effettuato con modalità, schemi e attenzioni particolari. Ma finito il “riscaldamento”, cioè la preparazione, inizia la vera pratica. In questo caso lo yoga, inteso nel suo significato più profondo. Un viaggio meraviglioso che può riservare esperienze e sensazioni uniche e sconosciute se si ha la fortuna di incontrare un Maestro in grado di accompagnarci nello studio. E questa è la vera difficoltà. Perché se è facile incontrare buoni esecutori o buoni insegnanti di hatha yoga, altrettanto difficile è incontrare Maestri esperti la cui conoscenza va oltre le asana. In una società dove tutto corre veloce e poco si assapora, parlare di conoscenza e approfondimento è anacronistico. I prodotti e le tendenze hanno l'obiettivo di diventare fenomeni di massa per essere posizionati sul mercato. Tutto viene riciclato e riproposto. L'approfondimento e la costanza sono per pochi e così si preferisce reinventarsi e ridisegnare nuovi format che costituiscono novità per tenere sveglia la curiosità degli appassionati. Proseguendo in tale direzione, inevitabile è quindi imbattersi in tutta una serie di stereotipi – ossia opinioni rigidamente precostituite o generalizzate – in realtà privi di fondamento. Per esempio, oggi va di moda parlare di yoga posturale, per attirare l’attenzione di tante persone, anche se è scontato che lo yoga è già di per sé posturale. L'insegnante che ha seguito una scuola di yoga sa come correggere i propri allievi affinché eseguano correttamente i movimenti. Ci sono poi pratiche yoga che ben si adattano alle varie patologie degli allievi. A un praticante con un'ernia cervicale, non si proporrà certamente un asana sulla testa, per esempio. Per cui, l'espressione “yoga posturale – è una specie di ripetizione priva di senso la cui unica giustificazione è legata al business. Ai corsi FIF di yoga arrivano sempre nuovi allievi-insegnanti: alcuni provengono dal Pilates, altri dalla danza e altri ancora dal fitness in generale. Tutti quanti restano colpiti dal vedere, partendo da testi antichi, come la pratica si sia evoluta fino a oggi. Per esempio, negli Stati Uniti e in diverse altre parti del mondo, sono stati elaborati stili e metodi di yoga che rappresentano una novità e pertanto in grado di richiamare la curiosità degli appassionati, un'operazione commerciale che porta il nome di Hot Yoga, Bikram Yoga, Ashtanga Yoga, Kundalini Yoga, Power Yoga, Vinyasa Yoga, giusto per citare i più famosi. Tutti hanno utilizzato la parola “yoga” che suscita sempre una grande attrattiva, elaborando le tecniche e proponendole in varianti più o meno originali per superare i luoghi comuni della noia dello yoga tradizionale che spesso viene visto erroneamente solo come immobilità, mantra e via di seguito, anche se ovviamente così non è. Nello yoga, in definitiva, sta accadendo un po' quello che è accaduto anche nelle arti marziali giapponesi a cui le scuole americane hanno attinto, dando vita a metodi di sport adesso tanto di moda, tralasciando quelle componenti spirituali, filosofiche ed educative, che caratterizzavano invece la tradizione di quelle discipline. Con tutte queste rielaborazioni, la scuola occidentale ha quindi semplificato molti contenuti per massificare la comunicazione. A livello personale, riteniamo che vada meglio per avvicinare alla pratica che non per approfondire, mentre noi europei siamo in genere più legati alla tradizione classica dei nostri maestri. Anche in Europa e in Italia, comunque, tanti fisioterapisti, ballerini, psicologi, terapeuti e allenatori sportivi hanno elaborato metodi attingendo dallo yoga e focalizzando il loro stile solo su un aspetto specifico della disciplina che invece rappresenta un arcipelago immenso di conoscenza. Per esempio, non molti sanno che anche il dottor Carl Gustav Jung fu studioso di Kundalini e Tantra. Qualche altro esempio? Lo stretching si ispira ai principi dell’Hatha Yoga, mentre il training autogeno a quello dell’ Yoga Nidra. E ancora, tutto l’universo del Pilates, delle ginnastiche dolci e posturali e le varie discipline olistiche, hanno attinto dallo yoga. Ma proprio questa sua complessità di argomenti e aspetti ne scoraggia lo studio, incoraggiando invece l'interesse verso discipline che hanno circoscritto il loro raggio di pratica.

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