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Corrado Facco: il futuro? Il turismo legato al wellness

Scritto da Roberta Bezzi

IL SEGRETO DEL SUCCESSO DI RIMINIWELLNESS RISIEDE NEL FELICE CONNUBIO L’ANIMA AZIENDALE E QUELLA DEI CONSUMATORI ATTRAVERSO TANTI EVENTI NELL’EVENTO, FAVORENDO QUINDI L’APPROCCIO ‘ESPERIENZIALE’.

RiminiWellness è ogni anno vetrina di nuove tendenze e luogo di ritrovo di tanti professionisti e appassionati, curiosi e desiderosi di avere nuove informazioni, provare nuovi prodotti e attrezzi, confrontarsi e formarsi. L'edizione del 2017, la dodicesima, è stata organizzata – per la prima volta – da Italian Exhibition Group Spa, la società nata dall'integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza. A parlare della fiera di settore più frequentata d'Italia, tra passato, presente e futuro, è il direttore generale Corrado Facco, appassionato di vela e sport alpini quali sci e trekking d’alta quota, che vanta un ricco e prestigioso percorso in ambito fieristico.

Corrado Facco, che impressione ha avuto dalla gestione di una fiera dedicata al fitness? Il fitness è un ambiente più o meno dinamico rispetto ad altri ambiti?
«A livello personale, si è trattato di un decisivo debutto ‘operativo’ nel mondo del wellness. Anche se strategicamente il mio percorso sul Salone del benessere di Rimini era iniziato da molti mesi, non appena assunta la direzione generale di IEG. Per la verità, avevo già maturato esperienze di gestione di eventi dedicati al mondo dello sport, in passate attività professionali, in particolare con ISPO di Monaco di Baviera, che però aveva concept e format molto diversi. RiminiWellness è il pilastro di questo mondo, un centro aggregatore consolidato che ogni anno conferma la sua supremazia e capacità evolutiva, seguendo le tendenze di un settore dinamico e in trasformazione. Sul piano organizzativo e gestionale Italian Exhibition Group, forte anche di quanto fatto dalla fiera di Rimini, ha saputo affrontare con comprovata competenza il complesso e articolato impianto della manifestazione, aggiungendo valore in termini di sinergie e reputazione. Perché RiminiWellness non è solo fitness, in quanto si inserisce nell’industria Business&Wellness, un comparto ampio e in crescita soprattutto nel nostro Paese e con una forte tradizione proprio nelle regioni in cui ha i propri quartieri fieristici Italian Exhibition Group, Emilia-Romagna e Veneto. Non a caso, abbiamo da poco lanciato MOVE!, declinazione territoriale e autunnale di RiminiWellness, che ha chiuso con successo l’edizione di esordio, lo scorso 29 ottobre, alla fiera di Vicenza».

Al suo esordio, dodici anni, fa RiminiWellness sembrava strizzare più l'occhio agli operatori di settore. Poi ha virato decisamente verso i consumatori e la parte spettacolare dell'evento. Questo è un pregio o un vantaggio?
«In realtà, crediamo che il segreto del successo di RiminiWellness sia proprio quello di unire gli operatori e il pubblico professionale agli appassionati. Questo elemento rappresenta sicuramente una grande opportunità per entrambi i target, arricchendo di contaminazioni reciproche le due aree dell'industria, che si dimostrano sempre più complementari e quasi imprescindibili l'una dall'altra. Nel corso degli anni, la manifestazione ha saputo cogliere i reciproci obiettivi e cambiamenti, conferendo una propria connotazione attraverso la simbiosi di queste due anime. Così facendo, ha tra l'altro dato vita un evento super esperienziale, anticipando le tendenze degli ultimi anni».

Capitolo aziende. Qual è la vostra “politica” in merito? Come è cambiato l'universo aziendale in questi anni di RiminiWellness?
«L'industria di riferimento di RiminiWellness è quella del Business&Wellness in cui rientrano tutti gli operatori che, a vario titolo, contribuiscono ad alimentare l'economia “del benessere e dello stare in forma”. Il panorama aziendale, in questo senso, si è evoluto, trovando una direzione comune, generando un consolidamento del settore e riducendo la frammentazione. E il nostro ruolo di organizzatori fieristici è proprio quello di anticipare le tendenze del comparto e poi guidarlo, di trovare soluzioni di business – anche consumer oriented – e formule espositive che agevolino l'attività delle aziende espositrici».

Molti titolari di palestre affiliate FIF ci chiedono: “Perché a RiminiWellness non si fa un giorno a porte chiuse, come al Fibo, riservato agli operatori del fitness che così avrebbero la possibilità di provare i macchinari e di conoscere meglio i vari prodotti, parlando con calma con i commerciali?”. Crede sia possibile?
«Nelle sue prime edizioni, RiminiWellness proponeva le cosiddette “colazioni wellness”. Si trattava di un'anticipazione dell'orario di apertura riservata solo agli operatori del fitness. Ma si valutò che l'operatore avesse in realtà necessità di un confronto “open” con i prodotti e volesse osservare il gradimento dei macchinari da parte del pubblico. Crediamo che il format di RiminiWellness, ossia la capacità di far convivere l'anima aziendale con quella del consumatore attraverso tanti eventi nell'evento, sia uno dei punti di forza e di peculiarità della manifestazione. Peraltro, se emergesse dalle nostre indagini di fine manifestazione una chiara e nuova esigenza da parte degli operatori professionali, saremmo naturalmente pronti a prenderla in considerazione. Un'ultima considerazione: Fibo nasce come Fiera dell'attrezzo, alla quale poi è stata aggiunta la parte esperienziale. Stiamo quindi parlando di eventi molto diversi. Ma, come dicevo, siamo pronti eventualmente a valutare nuove ipotesi laddove ve ne fosse la reale richiesta».

I numeri di RiminiWellness sono confortanti. L'edizione 2017 ha chiuso i battenti con cifre da record, ben 268.120 presenze. Qual è il segreto di fare numeri così impressionanti, considerando invece che di per sé il mondo delle palestre è ben più ristretto?
«Oltre al format, tre importanti fattori sono artefici del successo della manifestazione. Anzitutto, il posizionamento temporale, spesso nel lungo ponte del 2 giugno che inaugura l’estate, in una Rimini di mare e divertimento, pronta ad accogliere le masse di turisti e a risvegliarsi dopo i mesi invernali. In secondo luogo, l’offerta espositiva: dalle palestre ai centri spa e benessere passando per il food, l’abbigliamento e i macchinari sportivi fino a coinvolgere tutto l’extra-settore. In ultimo, la potenza comunicativa di RiminiWellness: ad oggi è essa stessa strumento mediatico, trampolino di lancio per le aziende e occasione di visibilità per tutti i partecipanti su target estremamente profilati. Aggiungo inoltre che le palestre e i centri sportivi non raccolgono l’intera istanza di una popolazione active che trova in RiminiWelness una risposta piena in termini di novità, divertimento, aggiornamento e allenamento».

Qual è il profilo tipo del visitatore di RiminiWellness?
«Come anticipato, la nostra è una fiera multitarget. Possiamo comunque identificare due macro-categorie di visitatori: l'appassionato e il professionista. La fascia di età più rappresentativa del pubblico di RiminiWellness è quella che va dai 25 ai 35 anni, in egual misura uomini e donne».

Italian Exhibition Group, come ricordava prima, da quest’anno organizza anche MOVE! alla fiera di Vicenza. A suo avviso, c'è spazio anche per altre realtà locali che si occupano di benessere, nutrizione, etc.?
«La risposta alla sua domanda è il successo che MOVE! ha riscosso alla sua prima edizione. Siamo in un momento di ascesa del settore e in territori, come è il caso di quello veneto, vocati all'attività sportiva e che quindi ben si dispongono ad accogliere il pubblico del comparto, possono esserci margini di progettualità».

Come valuta la realtà di RiminiWellness rispetto ad altre fiere simili estere?
«RiminiWellness si distingue grazie alla formula vincente di un luogo di scambio commerciale “immersivo”: il pubblico, oltre a poter provare in prima persona tutte le nuove discipline attraverso l'esperienzialità diretta, ha l'opportunità di acquistare gli attrezzi e l'outfit più adatto nella zona dedicata allo shopping, pensata all'interno dello stesso stand. Poche altre manifestazioni permettono un acquisto immediato, guidato da personale altamente qualificato e accompagnato da suggerimenti d'eccezione offerti a volte dagli stessi fitness professional presenti in fiera e testimonial del brand».

Secondo lei, qual è oggi il settore trainante del fitness, anche a livello di indotto economico: gli attrezzi, l'abbigliamento, l'integrazione, la formazione? L'impressione è che il settore degli attrezzi, una volta trainante, sia arrivato a un momento di saturazione anche perché ci sono meno nuove palestre.
«Rimangono tutti importanti e complementari. Anzi, ne aggiungerei un altro: quello del turismo legato al wellness, che in Italia vale oltre 2 miliardi di euro l’anno, con un incremento annuo medio di circa il 9 per cento. E poi non possiamo dimenticare che ci sono discipline emergenti: pensiamo allo yoga – nelle sue varie declinazioni – o al Pilates».

Cosa ne pensa del rapporto con FIF – Federazione italiana Fitness che da sempre ha avuto uno spazio ben visibile e riconoscibile in fiera?
«Con ogni associazione di riferimento del settore, in generale, cerchiamo di instaurare rapporti collaborativi e fruttuosi, nell'interesse comune di sviluppare il business e la cultura del comparto. Con FIF, in particolare, da sempre ci muoviamo d'intesa lungo questa direttrice, credo di poter dire con reciproca soddisfazione. FIF è uno dei veri protagonisti nazionali di questa industria e noi vogliamo sempre più valorizzare il ruolo della Federazione anche nel contesto delle nostre manifestazioni».

Novità per il 2018 che può anticipare?
«RiminiWellness continuerà a stupire per l'energia che sprigiona, proponendo sempre nuove tendenze di allenamento e benessere, alla ricerca del miglior equilibrio psico-fisico della persona, equilibrio che passa anche per una corretta alimentazione, come insegna il successo crescente di FoodWell. Nel 2018 implementeremo la spinta internazionale della manifestazione, per affermare sempre più quello stile di vita italiano che ci ha resi celebri nel mondo. Altre novità? Tantissime, ma non me le faccia anticipare ora!».

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