Contattaci su Facebook Contattaci su WhatsApp

Fascia in movimento

Scritto da Roberta Bezzi e Sonia Bosi

IL PILATES DI ELISABETH LARKAM

La statunitense Elisabeth Larkam è riconosciuta a livello internazionale come un'innovatrice in materia di educazione al movimento. È un'insegnante certificata “Gold” per il Metodo Pilates Alliance, nonché Balanced Body Master Trainer e Mentor con trent’anni di esperienza internazionale come professionista di Pilates, anche in ambito accademico. Inventrice di numerosi programmi ispirati al suo metodo innovativo, ha ricevuto diversi riconoscimenti, quali la Medaglia della Società danese di medicina Militare nel 2010, per i suoi sforzi nel seguire la riabilitazione di soldati feriti. Proprio lei è stata l'ospite speciale dell'edizione 2017 della International Pilates Convention organizzata dalla Federazione Italiana Fitness l'8 e 9 aprile al Centro Studi “La Torre” di Ravenna.

Elisabeth Larkam, quanto e come è cambiato il Pilates in questi ultimi anni?
«Il Pilates è in forte evoluzione e sta registrando moltissime innovazioni, come mai prima d'ora. Diversi i fattori che vi contribuiscono. Anzitutto la maggiore consapevolezza da parte delle persone anziane circa i benefici del Pilates per invecchiare meglio. In secondo luogo, sempre più terapie fisiche stanno incorporando il Pilates nella loro pratica per migliorarle: per esempio, quelle dopo gli interventi di ricostruzione e/o sostituzione dell'anca, del ginocchio o della spalla. Il Pilates ha dimostrato di essere un sistema molto versatile, funzionale ed efficace per specifiche condizioni fisiche. Un terzo motivo è poi collegato al fatto che il Pilates si è rivelato molto utile in abbinamento a specifici sport, quali l’atletica, il golf, l’equitazione, il baseball, il calcio, etc. Qualsiasi attività si voglia fare, il Pilates aiuta a farla meglio! C'è poi da dire, e questo è un quarto e ultimo motivo, che gli insegnanti di Pilates sono avidi e bramosi di studio continuo, per cui si guadano attorno per capire cos'altro possono studiare per diventare migliori praticanti. A livello personale, per esempio, diversi anni fa ho deciso di imparare qualcosa in più sul sistema miofasciale, per avere maggiori prospettive di movimento mirate alla fascia».

Gli insegnamenti di Joseph Pilates sono ancora validi malgrado i nuovi studi di anatomia e biomeccanica?
«Assolutamente sì. Pilates è stato un genio indiscusso e tutto il suo lavoro è tuttora valido. Credo che per tutte le persone impegnate nel settore del Pilates, sia molto importante avere un buon apprendimento del sistema di movimento sul tappetino e sui grandi attrezzi creati da Joseph Pilates. Gli insegnanti di oggi hanno la grande responsabilità di capire quali aspetti del metodo Pilates sono più appropriati per determinati tipi di clienti. Per esempio, nel caso di una donna con l'osteoporosi sarà necessario non esagerare col carico sulla colonna vertebrale che potrebbe mettere a rischio di compressione la fascia. Ci sono invece molti esercizi al tappetino e alle macchine, creati da J. Pilates, che richiedono flessione toracica e che possono essere più idonei. Il segreto è, dunque, stare attenti a non dare l'esercizio sbagliato».

Perché ha deciso di specializzarsi proprio sulla riabilitazione?
«Nel 1985, ho cominciato a lavorare con i ballerini, in ogni tipo di condizione, per tutto il giorno. C'era, fra loro, chi voleva saltare più in alto, chi aveva problemi alle ossa e aveva bisogno di risollevarsi, etc. Sono stata davvero molto fortunata a cominciare in questo ricco ambiente in cui la sfida era quella di utilizzare i giusti movimenti per facilitare la guarigione. Ma, guardando alla mia infanzia, c'è un'altra ragione per cui mi sono interessata alla riabilitazione: mia sorella minore ha riportato grossi danni al sistema nervoso durante la nascita e non poteva né parlare né muoversi. Fin da piccola, ho desiderato con tutta me stessa, il modo di farla stare meglio, di farla muovere più agevolmente».

Quali sono le principali peculiarità del suo metodo Pilates?
«Il mio approccio al Pilates è influenzato dallo studio di diversi metodi e tanti tipi di movimento: la danza, il Feldenkrais, lo yoga, il Gyrotonic, il Gyrokinesis, etc. Per semplicità ho chiamato il mio metodo ‘Fascia Focused Movement’ (Movimento mirato alla fascia), quindi un Pilates focalizzato sulla fascia. Penso di essere una delle tante persone che molto apprezzano il lavoro di Joseph Pilates, interessate a sviluppare espressioni di condizionamento muscolare, movimenti funzionali e terapeutici che tengono conto della ricerca oggi disponibile».

Nel corso della sua lunga carriera, c'è qualcuno che ha seguito che più le è rimasto impresso?
«Mi viene in mente il mio più piccolo ‘paziente’, un bambino di appena undici anni con un grave trauma al cervello. Sua madre mi contattò convinta che il mio particolare tipo di approccio potesse aiutarlo a farlo sentire meglio. Non aveva un buon controllo delle braccia e, in particolare, del lato sinistro del corpo. Molti medici avevano messo in dubbio che, crescendo, potesse sopravvivere, camminare, parlare… Abbiamo iniziato a lavorare insieme due volte a settimana per un’ora, un po’ come se sembrasse un gioco, divertendoci anche insieme. Lo lasciavo libero di decidere quali movimenti fare. È stato un lungo percorso e, al compimento dei suoi 12 anni, abbiamo fatto un video da far vedere alla sua famiglia durante la festa di compleanno. I suoi cari erano increduli perché non lo avevano mai visto muoversi così. Abbiamo continuato a lavorare ed, esattamente un anno dopo, alla soglia dei 13 anni, abbiamo registrato un nuovo video per mostrare i suoi grandi passi in avanti. È stato molto gratificante per me vedere come seguendo i principi del Pilates e quelli del sistema nervoso e della fascia, si possa ottenere un ottimo progresso nei movimenti funzionali. E questo vale per tutti i ragazzini, soprattutto considerando che gli adolescenti di oggi non hanno una buona postura a causa del fatto che passano gran parte del loro tempo a giocare continuamente con smartphone e videogiochi. Ora non lavoro più con questo ragazzino, che si è trasferito lontano con la sua famiglia. In compenso, attualmente, sto lavorando con George Schultz, ex segretario di Stato degli Stati Uniti d’America che con i suoi 96 anni è invece il mio “paziente” più anziano. Da vent'anni fa Pilates con me almeno due volte a settimana».

Com'è considerato oggi il Pilates negli Stati Uniti? Quali differenze osserva rispetto all’Italia?
«Negli Usa il Pilates gode di una grande attenzione da parte dei media e della stampa. Il boom del Pilates è stato registrato attorno al 2000, quando è stato scelto come disciplina del momento. D'altra parte gli americani hanno sempre molto bisogno di novità. Oggi l'interesse verso il Pilates si è per così dire stabilizzato e gode di una particolare attenzione da parte dei più anziani e delle persone che hanno le risorse finanziarie per permettersi sessioni con personal trainer privati con molti attrezzi. Chi ha meno possibilità si rivolge invece ai grandi centri che non mancano di offrire lezioni sia sul tappetino sia con piccoli attrezzi. In Italia, probabilmente a causa della recente crisi economica, mi sembra ci sia più pratica sul tappetino o con piccoli attrezzi e meno investimenti sui grandi attrezzi. Anche se viene dato grande valore alla buona qualità dell'insegnamento. Tant'è che c'è molta richiesta, per esempio, di allenamento sul tappetino mirato alla fascia o con piccoli attrezzi. I centri con grandi attrezzi dedicano invece la formazione a dei Pilates tour dove possono concentrarsi sui grandi attrezzi. In ogni caso, negli Usa come in Italia e ovunque, c'è grande bisogno di pratica del Pilates».

Cosa consiglierebbe a chi vuole insegnare Pilates? Quali doti servono?
«Oggi più che mai, l'insegnante del movimento è un componente fondamentale del team del benessere del cliente ed è la ‘figura’ più accessibile perché è più facile per il cliente andare in palestra a incontrare il proprio personal trainer o il proprio insegnante di Pilates che andare dal medico o dal nutrizionista o da un qualsiasi altro professionista clinic. Ciò significa che l'insegnante/educatore del movimento dovrà essersi formato con l'eccellenza e praticare con integrità, perciò è importante continuare sempre a studiare e a praticare. Una cosa che so per certo è che il movimento è necessario a tutti. È essenziale per invecchiare meglio e per tenere sotto controllo il proprio metabolismo». 

 

Letto 7509 volte

Lascia un commento

Verifica che tutti i dati nei campi con (*) siano inseriti. Non è permesso l'inserimento di codice HTML.