Performance n. 2 - 2022
In questo numero:
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Editoriale
di Claudio Vacchi
La carenza del personal è un fenomeno che non influenza le palestre
Si sa che la FIF nasce a Ravenna città d’arte della riviera romagnola che a sua volta è la terra del puro piacere fatto del divertimento più trendy, di un’ospitalità impareggiabile, di amore e rispetto per la natura e di un grande patrimonio di arte, cultura ed enogastronomia. Tutti elementi che evidenziano l’alta specializzazione turistica del territorio. Eppure si è assistito soprattutto nell’ultima stagione estiva ad un boom di presenze turistiche simultaneamente ad una importante carenza di personale specializzato e non solo in Romagna. Siamo stati spettatori di una campagna mediatica portata avanti dai rappresentanti delle imprese del turismo e della ristorazione: migliaia di “possibili” lavoratori sono stati oggi stigmatizzati come “fannulloni” poiché il reddito di cittadinanza fornirebbe loro l’alibi per rifiutare molte offerte di lavoro. Non si può dire che sia successa la stessa cosa per ciò che riguarda il settore delle palestre! Nell’ambito delle imprese del Fitness e del Wellness in realtà registriamo una vera e propria inversione di tendenza. Alla domanda di fitness e benessere in netta ricrescita corrisponde in modo direttamente proporzionale la risposta dei collaboratori sportivi alle offerte di assunzione. Esiste quindi una pozione magica della quale si nutrono gli operatori del fitness? O forse la causa di questa tendenza occupazionale del mondo delle palestre sta nella vecchia intramontabile ideologica “passione”? E già! è facile riconoscere chi fa il proprio lavoro per passione da chi invece lo svolge senza entusiasmo: chi lavora con passione è colui che quando paragona il proprio lavoro con quello di chiunque altro, sente di poter affermare fortemente che non cambierebbe strada per nessun motivo al mondo. La passione è un elemento che fa incredibilmente la differenza nello svolgimento di un lavoro: di certo non annulla la fatica o lo stress, ma rende tutto questo più sopportabile perché ogni sacrificio è fatto in nome di un progetto più grande, è fatto per inseguire un obiettivo stimolante. E ad alimentare questi stimoli nuovi ci pensa la natura del nostro bel lavoro legata alla continua evoluzione del corpo umano per la quale la formazione continua e l’aggiornamento devono essere delle costanti che mantengono sempre accesa la fiamma della nostra passione. E ottenere un lavoro in linea con la propria formazione e le proprie aspirazioni, significa aver esaudito il sogno di non lavorare per necessità…. Una famosa frase recita “scegli un lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno, in tutta la tua vita”: non è forse questo uno scenario da sogno?....